Attenti a quei due tipi maldestri La commedia gialla di Verdone
Il regista abbandona la galleria di sconfitti. Con Albanese una strada nuova
personaggi di pari peso e farli interagire all’interno di una sceneggiatura (scritta da Verdone con il complice di sempre Pasquale Plastino e con la new entry Massimo Gaudioso) che ne guidasse le azioni e ne determinasse i comportamenti. Facciamo così la conoscenza del detective privato Arturo Merlino e dell’attore abbandonato Yuri Pelagatti. Il primo, interpretato da Verdone, immagina avventure mirabolanti che esistono solo nelle sue modeste prove di scrittura ( Le notti insonni di Peter York le ha intitolate), mentre guadagna qualche spicciolo riportando a casa il gatto di un generale in pensione (il simpatico cameo di Giuliano Montal- do e di sua moglie Vera Pescarolo); il secondo, affidato ad Albanese, è un attore che dimentica le battute per il trauma della separazione dalla moglie (Clotilde Sabatino) e che si rivolge a Merlino per avere le prove del fatto che vive con un altro uomo (ed evitare così di pagarle gli alimenti per i due figli).
Peccato che i potenti mezzi di intercettazione di Merlino lo portino a spiare una coppia sbagliata e la coda di paglia di Pelagatti a confondere delle foto osé fatta in gioventù con la consegna di una mega-mazzetta da un milione di euro. Che i due rubano credendo di recuperare le foto compromettenti e finendo invece per cacciarsi in un problema molto più grande di loro. Perché naturalmente il proprietario dei soldi li rivuole indietro.
Iniziano così una serie di equivoci che coinvolgono insieme ai due maldestri rapinatori anche una vecchia zia svanita
La coppia funziona: gli interpreti sono impegnati in una girandola sempre più intricata di situazioni davvero divertenti
Le vicende di un attore in crisi e di un investigatore privato che non ne combinano una giusta da evitare interessante da non perdere
capolavoro
(Virginia Da Brescia), una barista con il pallino dell’opera (Anna Kasyan, autentico e applaudito soprano lirico), una studentessa badante-investigatrice (Francesca Fiume), un misterioso «signore elegante» ( Massimo Popolizio) e che portano i due protagonisti in una girandola sempre più intricata di maldestri (e divertenti) tentativi per liberarsi dei soldi.
Ci riusciranno? Non ci riusciranno? Anche il finale sarà una sorpresa inaspettata (con un simpatico «omaggio» all’Eduardo di Marotta e De Sica), in linea con un film che cerca di battere strade nuove, sicuramente per Verdone e in parte anche per il cinema italiano. Come ho già detto qualche volta viene il dubbio che le logiche della sceneggiatura rischino un po’ per «ingabbiare» i personaggi, di spingerli verso situazioni dove il Verdone di ieri avrebbe saputo trarre più occasioni di satira (ma la scena nel solarium è decisamente esilarante), eppure alla fine il bilancio del film fa prevalere le note positive. Anche per merito di una coppia che ha saputo trovare un equilibrio raro nel nostro cinema e che sarebbe bello vedere nuovamente all’opera.