Milano: su Palazzo Marino nessuna illuminazione
In relazione all’articolo «Le istituzioni devono restare lontane dallo scontro politico» ( Corriere di ieri), l’ufficio stampa del Comune di Milano precisa che è privo di fondamento che la facciata di Palazzo Marino sia stata illuminata in questi giorni per iniziative non istituzionali. L’ultima volta che la facciata è stata illuminata è accaduto nell’ottobre 2015 per celebrare il 70° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite.
Marco Dragone
Portavoce del sindaco, Comune di Milano
Prendo atto della lettera e dunque della mia svista. Ciò che è successo è che l’assessore alle Politiche sociali, e candidato sindaco, Pierfrancesco Majorino in risposta all’illuminazione del Pirellone, «ha postato su Facebook una foto di Palazzo Marino
”dipinto” con i colori arcobaleno, simbolo del movimento Lgbt» (dalla cronaca milanese del Corriere, 23 gennaio).
Giovanni Belardelli
Il programma «Cose nostre» su Rai1
Nella rubrica «A fil di rete» Aldo Grasso, recensendo positivamente il programma «Cose nostre», propone di trovare al programma una collocazione meno periferica ( Corriere, 25 gennaio). Sono lieto di confermare quanto già pubblicamente annunciato nella conferenza stampa del programma tenutasi l’8 gennaio: «Cose nostre» sarà ritrasmesso sempre da Rai1 il sabato pomeriggio nel mese di marzo. Riteniamo infatti importante che il racconto del coraggio di informare in zone costantemente minacciate dalla mafia sia riproposto anche in altri orari. Tra l’altro è già in fase di preparazione una seconda serie.
Giancarlo Leone,
Se un direttore crede veramente in un prodotto basato sul «racconto del coraggio di informare in zone costantemente minacciate dalla mafia», dovrebbe quanto meno garantirgli una maggiore visibilità. Stiamo parlando di una rete del servizio pubblico. Il sabato pomeriggio mi sembra quasi un premio di consolazione. Contento, comunque, che la critica serva finalmente a qualcosa
Aldo Grasso
Ritiro dei ghiacciai su Alpi e Prealpi
In merito alla disparità di vedute fra lettori favorevoli o non alla teoria del surriscaldamento terrestre, a me bastano le escursioni che faccio sulle nostre Alpi e Prealpi per appurare «de visu» il progressivo (e nemmeno troppo lento) ritiro dei ghiacciai. Ce ne sono di quelli che, da poderosi quali erano sino a qualche anno fa, si sono ridotti a lingue grigiastre. Fra le tante evidenze, questa è forse la più marcata e non lascia spazio ai dubbi.
Alessandro Prandi