Un Milan in grigio Balotelli su rigore gol vittoria L’Alessandria lotta e tiene testa
I rossoneri domano la sorpresa dell’anno, Mario titolare ma non brilla Compitino degli uomini di Mihajlovic, ma la finale è comunque dietro l’angolo
Stavolta Riccardo Bocalon, il cecchino dei grigi, l’uomo che ha portato l’Alessandria dentro la storia, non lascia il segno. Quando entra a mezz’ora dalla fine, accolto da un boato, il Milan è avanti grazie a un rigore di Balotelli, un gol che può valere la finale di Coppa Italia ma che lascia sul tavolo i soliti problemi irrisolti, di gioco, tenuta, resistenza fisica e soprattutto nervosa. Il Diavolo vince, accontentandosi del compitino e soffre oltre ogni lecita aspettativa. Non una gran figura.
Alla fine va come deve andare. Ma la prima semifinale di Coppa Italia non sciupa la favola di provincia, anzi se possibile l’esalta ancora di più. L’Alessandria, spinta da quasi ventimila tifosi, lotta e poi rincorre, tenendo sempre testa ai più quotati avversari. Anzi per lungo tempo li spinge verso il baratro della paura.
Vince il Diavolo, ma è la notte dei grigi. Il tabellone dello stadio Olimpico manda in continuazione le immagini delle imprese della squadra di Gregucci che in campo gioca alla pari, anzi persino meglio, con più ritmo, grinta, volontà, occupando meglio il campo, dando vigore alle ripartenze, rispondendo colpo su colpo alle azioni milaniste.
Ma sono troppe due categorie di differenza. Il Milan, a gioco lungo, ha la meglio. Anche se Mihajlovic ha pochi motivi per sorridere: la formazione scelta, pensando al derby di domenica, gioca sotto ritmo, sfruttando soltanto qualche iniziativa sulle corsie laterali grazie a De Sciglio e soprattutto Antonelli. E proprio quest’ultimo al tramonto del primo tempo conquista il rigore decisivo, anche se l’azione sembra viziata da un fallo di Poli su Marras a centrocampo. Balo è freddo dal dischetto, ma il suo rientro non passerà alla storia: cicca i primi due palloni che tocca, calcia un piattone debole che non impensierisce Vannucchi, infine sbaglia l’occasione più clamorosa, un pallonetto che
andrebbe soltanto depositato in rete (assist al bacio di Honda).
Mihajlovic presenta una squadra rinnovata per otto undicesimi rispetto a quella che aveva pareggiato a Empoli e i rincalzi confermano di non avere il passo giusto: la difesa traballa, José Mauri in mezzo al campo va a scartamento ridotto e Boateng è lontano dai tempi migliori. Così è Marconi, il centravanti di coppa dell’Alessandria, a spaventare Abbiati con un diagonale di poco fuori misura. Il Diavolo s’accende alla fine del primo tempo: Vannucchi salva su Poli, ma niente può fare sul tiro preciso dal dischetto di Balotelli.
Nel secondo tempo il Milan dà l’impressione di aver capito la lezione e di voler chiudere il discorso in fretta. E invece Honda, liberato dall’unico lampo di Balo, calcia con sufficienza facendosi ribattere da Sabato il possibile 2-0. Da quel momento e per lunghi tratti l’Alessandria, con il gioco e il cuore, mette alla frusta i rossoneri che abbassano il baricentro soffrendo oltre il lecito. E sarà così sino al 94° perché l’arbitro Irrati annulla il raddoppio di Poli per un fuorigioco di Niang e lo stesso francese in contropiede prende il palo. La finale, la prima dopo il 2003, è dietro l’angolo. Ma gli applausi sono tutti per gli sconfitti.
Alessandro Bocci
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Mihajlovic Potevamo chiudere la partita, abbiamo sbagliato troppo Gregucci Giocato con orgoglio, a San Siro vogliamo fare una bella figura