«Spensierati vuol dire abbassare la tensione»
Massimiliano Allegri, 47 anni Certi richiami di Allegri a volte sembrano casuali, come se l’allenatore fosse al bar del Coteto, il quartiere di Livorno dove torna appena può. «Serve incoscienza» ripete il tecnico: ma una squadra che vince tra campionato e Coppa Italia da 13 gare di fila rischia di avere cattivi pensieri o ansia da prestazione? «Sì e puntando l’attenzione su atteggiamenti che definisce di incoscienza o spensieratezza l’allenatore vuole allentare la pressione. L’obiettivo è evidente: focalizzarsi sulla prestazione in campo e migliorarla ancora — osserva Marisa Muzio, psicologa dello sport —. Focus, dunque, sull’allungamento della serie vincente, ma continuare a lavorare sulle singole prestazioni e sulla chimica di squadra: questo può alleviare la pressione». Per il fatto — banale ma vero — che non sempre si può vincere, forse l’allenatore cerca di decomprimere un ambiente che potrebbe anche accusare il colpo in caso di sconfitta: «Allegri ha dimostrato una grande capacità di resilienza quando la situazione era pesante. Incoscienza vuol dire anche mettere in conto una battuta d’arresto: facendo così alleggerisce la pressione, coinvolge la squadra in un aumento di qualità delle prestazioni, senza abbassare la guardia. Altro pericolo». I riferimenti di Allegri in passato erano rivolti a Pogba, ora a Morata. Due giovani talenti che a turno si sono incupiti: «Il mestiere di Morata è fare gol, ma la sfida vera è quella, quando i gol non arrivano, di non perdere sicurezza. Essere capaci di resilienza, dimostrare la capacità di reggere situazioni negative: capacità che fa la differenza tra il buon giocatore e il campione. L’atteggiamento di Allegri coi giovani è molto positivo: i periodi duri specialmente per un atleta giovane sono molto difficili. E per uscirne il contributo dell’allenatore è fondamentale».