I condannati per assenteismo che continuano a lavorare
Pene tra i 3 anni e i sei mesi per 36 dipendenti dell’Asl di Brindisi. Uno è stato pure promosso
Condannati per assenteismo dal lavoro e uno persino promosso. Con relativo aumento di stipendio. Sono 36 a Brindisi, tra medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici e addetti amministrativi i dipendenti dell’Azienda sanitaria locale che nel giugno scorso sono stati condannati per assenteismo. Le pene inflitte sono comprese fra i 3 anni e 6 mesi di reclusione. Ma sono ancora tutti in servizio, fatta eccezione per uno di loro che è andato in pensione: un altro — un medico oculista — è stato invece promosso.
È questo l’epilogo di una indagine che nel novembre 2010 portò all’esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare. La Asl ha avviato i procedimenti disciplinari già all’epoca degli arresti ma poi sono stati « congelati » in attesa della sentenza definitiva e in seguito alla pioggia di ricorsi presentati dai dipendenti. E quei procedimenti non potranno essere riaperti prima del pronunciamento della Cassazione. Le nuove disposizioni previste dalla riforma Madia, peraltro, non avranno effetti per gli assenteisti finiti sotto processo a Brindisi perché la legge non è retroattiva. Ma con questa riforma, in futuro, non ci sarà più bisogno di attendere che le sentenze diventino definitive.
Durante il processo, in aula sono stati proiettati i filmati ottenuti dagli investigatori brindisini che avevano posizionato micro telecamere. Una delle microspie era piazzata proprio sotto una macchinetta per obliterare i cartellini. Gli spostamenti dei dipendenti sono stati immortalati giorno dopo giorno per molti mesi. C’era chi andava a fare la spesa, chi faceva un salto a casa dopo aver timbrato, chi accompagnava i figli a scuola, chi andava in banca e chi a lavorare nel proprio studio privato. Il tutto avveniva durante l’orario di lavoro.
C’erano anche le addette alle pulizie con le tasche piene di cartellini dei colleghi. Una di loro, in particolare, aveva compiuto «delle vere e proprie evoluzioni acrobatiche nei pressi degli orologi marcatempo passando nella macchinetta una intera mazzetta di badge» scrissero all’epoca gli inquirenti. L’effetto collaterale dell’assenteismo alla Asl brindisina erano le lunghissime liste di attesa: fino a più di quattrocento giorni per un esame senologico.
All’azienda sanitaria è stato riconosciuto il risarcimento del danno patrimoniale, provocato dalle assenze dei lavoratori, ma anche un danno di immagine: il giudice ha infatti rilevato che il personale aveva agito sempre «alla luce del sole».
Le sentenze, intanto, sono state impugnate e ora si attende il processo d’Appello.
I provvedimenti Congelati tutti i provvedimenti disciplinari: la riforma Madia non applicabile