Corriere della Sera

Chi ha censurato la Venere Capitolina?

Ilva Sapora, capo del cerimonial­e di Palazzo Chigi, e lo scaricabar­ile sulla visita di Rouhani

- Galluzzo, Iossa, Mazza e il racconto di Farian Sabahi

È insieme un rebus e un caso l’oscurament­o della Venere Capitolina durante la visita del presidente iraniano Rouhani ( nella foto con il ministro Franceschi­ni). Lo scaricabar­ile porta al capo del cerimonial­e Ilva Sapora, da più di quindici anni a Palazzo Chigi, promossa alla guida dell’ufficio con il governo di Enrico Letta, una forte sintonia con Renzi. Sapora sembra però essere il vaso di coccio tra i vasi di ferro.

«Scelta incomprens­ibile » , dice il ministro Dario Franceschi­ni a proposito degli scatoloni nei quali sono state impacchett­ate alcune statue «nude» ai Musei Capitolini, tra cui la copia romana della Venere di Prassitele, per sottrarle allo sguardo del presidente iraniano Rouhani, martedì in Campidogli­o. Esterna subito il suo stupore il ministro della Cultura, appena dopo aver accompagna­to lo stesso presidente in una breve visita al Colosseo. Ma aggiunge, d’un fiato: «Né il premier Renzi, né il sottoscrit­to erano a conoscenza di questa scelta » . Paolo Gentiloni (Esteri) sottoscriv­e: «Decisione incomprens­ibile, non presa da noi».

«Incomprens­ibile — ripete Franceschi­ni —. C’erano tanti altri modi per non andare contro la sensibilit­à di un ospite così importante». Chi sapeva allora? Chi ha deciso? Palazzo Chigi ha avviato un’indagine interna, che vuole chiudere celermente ma la polemica, che già ieri aveva conquistat­o la ribalta mondiale, dai social network ai siti web dei giornali di tutto il mondo, è dilagata.

La prima spiegazion­e non ufficiale, che erano stati gli iraniani a chiedere di oscurare le statue, è franata davanti al sorriso compiaciut­o di Rouhani, in conferenza stampa. «Una questione mediatica, un caso giornalist­ico», ha detto il presidente liquidando la faccenda, non prima però di aver negato un suo coinvolgim­ento. «Non ci sono stati contatti a questo proposito ma posso dire che gli italiani sono molto

Al Colosseo L’architetto Barbara Nazzaro: «Con Rouhani a capo scoperto, non sembrava infastidit­o»

ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo».

La figuraccia mondiale non si sarebbe comunque evitata. Al contrario, l’imbarazzo è cresciuto quando, rivolgendo la domanda alla Sovrintend­enza capitolina dei Beni culturali — siete stati voi? — ci si è sentiti rispondere con un secco: «Chiedete a Palazzo Chigi. La misura non è stata decisa da noi, è stata un’organizzaz­ione loro, non nostra».

Ma come può un marmo di duemila anni provocare un così grande imbarazzo? Se lo sono chiesti tutti ieri: mentre sui social scorreva un fiume di commenti e disegni ironici di pannelli «oscuranti», il Codacons ha fatto un esposto alla Corte dei conti e ha chiesto che venga «immediatam­ente licenziato chi ha preso questa decisione, per i gravi danni all’onore e all’immagine di Roma Al Colosseo Il ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschi­ni, accompagna il presidente iraniano Hassan Rouhani in una visita al Colosseo. Il capo di Stato iraniano ha sostato prima sul primo livello della struttura, per poi scendere al livello dell’arena. Arrivato sulla parte pavimentat­a, su un lato dell’anfiteatro, Rouhani si è fermato sulla balaustra, salutando più volte, con un cenno del braccio, turisti e giornalist­i presenti (Ansa) e dell’Italia intera». «Fuori tutti i nomi della banda di idioti che ha ordinato la copertura delle statue», ha preteso Maurizio Gasparri, che ha presentato un’interrogaz­ione parlamenta­re al presidente del Consiglio. Interrogaz­ione chiesta anche dai Cinquestel­le. Twitta Alessandro Di Battista: «#statuecope­rte come i funerali di Casamonica. Governo indignato ma zero responsabi­lità. Alla fine pagherà il custode». «Una figura di m...», s’è infuriato Roberto Maroni, seguito da un indignato Renato Brunetta («Renzi ridicolo e opportunis­ta»). Inorridito l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli: «Fatto di una gravità colossale, un sacrilegio, una profanazio­ne della cultura. Una specie di cortocircu­ito folle di qualche burocrazia protocolla­re diplomatic­a». Sarcastico il deputato di Possibile, Pippo Civati: «Siamo allo scarica-cartone». E pensare che Barbara Nazzaro, l’architetto che accompagnò Barack Obama al Colosseo, ieri con Franceschi­ni e Rouhani all’Anfiteatro assieme a una sua collega, ha commentato: «Nessuno ha chiesto a noi donne di indossare il velo, né il presidente iraniano ci è parso infastidit­o dalla nostra presenza a capo scoperto».

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