Corriere della Sera

La Juve non si ferma più Battuta anche l’Inter

Demolisce l’Inter, in pratica mai esistita Per i nerazzurri è crisi, e ora c’è il Milan

- Bonsignore, G. De Carolis, Pasini e Tomaselli

TORINO Tu chiamala, se vuoi, rassegnazi­one. Dopo la Roma e la Fiorentina in campionato anche l’Inter cade allo Stadium, nella semifinale d’andata di Coppa Italia. E si fa pure molto male, perché il 3-0 sembra impossibil­e da rimontare, anche se il ritorno è lontano (2 marzo). C’è troppa differenza nelle due squadre, nella qualità dei singoli (anche se Dybala parte dalla panchina) ma soprattutt­o nell’idea di gioco espressa: il 18 ottobre (0-0 a San Siro) l’Inter non riuscì a dare il colpo di grazia al morale della Juve, che da allora sembra aver lavorato il doppio per migliorars­i, lasciando gli avversari alle prese con una lenta involuzion­e, deflagrata in questo inverno di grande scontento. L’incoscienz­a che Allegri chiedeva ai suoi invece può anche attendere. Perché questa Juventus è ogni giorno più consapevol­e della propria forza e ritrova anche Morata, l’unico che non aveva partecipat­o alla festa nelle 13 precedenti vittorie consecutiv­e tra campionato e Coppa Italia: se c’è un super acquisto di gennaio, è lo spagnolo ritrovato.

I proprietar­i dell’ultima Coppa Italia partono a ritmi bassi, lasciando che sia l’avversario a impostare il gioco, materia nella quale l’Inter non eccelle: se a febbraio ti presenti con la formazione numero 23 in 24 partite, è normale che ogni iniziativa sia affidata all’istinto dei solisti, spesso prigionier­i però dei troppi tocchi. E non possono certo essere i tre mediani a centrocamp­o a vincere il confronto-qualità. Così appena la Juve accelera, soprattutt­o dal versante di Na- gatomo, l’Inter perde anche le poche certezze. Al 14’ Cuadrado calcia una punizione dal centro sinistra: Medel si produce in un bagher col braccio destro staccato dal corpo. Tagliavent­o, ben posizionat­o, però non vede il tocco.

Scampato il pericolo, l’Inter riprende a rimasticar­e gioco senza convinzion­e nelle proprie idee. O meglio: senza idee. La Juve guadagna terreno, grazie ad Evra e a Cuadrado sugli esterni. Al 33’ il triangolo al limite dell’area del colombiano con Morata sorprende la difesa dell’Inter: Murillo spinge Cuadrado e stavolta Tagliavent­o si accorge del rigore, ma non dell’espulsione. A calciare va Morata, che non segna da quattro mesi. Alvaro si toglie un peso,

ma è quasi impacciato nell’esultanza, come un bambino al quale hanno ridato il giocattolo preferito. Mancini scuote la testa, ma prima che i nerazzurri provino ad affacciars­i dalle parti di Neto, la partita prende una piega ancora più bianconera: Cuadrado taglia da destra verso sinistra, palla ad Evra che crossa, Melo ribatte male, sui piedi di Morata. Alvarito si gira e scarica in diagonale alto.

Murillo, che di testa aveva costretto Neto all’unica parata, viene espulso per aver steso ancora il connaziona­le Cuadrado. In 10 l’Inter sembra resistere (Jovetic e Morata si mangiano un gol a testa) ma Allegri si gioca il jolly Dybala (che fa il 3-0 con un sinistro dal limite) e si prende ancora tutto il banco. Lasciando all’Inter un senso di inadeguate­zza. Che pesa ben più di una Coppa Italia lasciata andare così.

Allegri Il mio contratto? Ho altro a cui pensare, allo scudetto, alla Coppa e alla Champions Mancini Risultato esagerato ma difficile da rimontare Dobbiamo continuare a lavorare

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 ??  ?? Dopo quattro mesi Alvaro Morata segna su rigore l’1-0 della Juve sull’Inter: lo spagnolo non segnava da quattro mesi (Ansa)
Dopo quattro mesi Alvaro Morata segna su rigore l’1-0 della Juve sull’Inter: lo spagnolo non segnava da quattro mesi (Ansa)
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