«Sofferenze, la garanzia statale non peserà sui conti pubblici»
Padoan: il debito calerà. Panetta (Bankitalia): rivedere le regole Ue sui salvataggi
«Il giudizio è aperto, ma alla luce degli interventi fin qui effettuati è auspicabile da parte del legislatore sia italiano che europeo un’attenta rivisitazione delle modalità e dei tempi» delle nuove regole sul salvataggio delle banche. Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dopo l’intesa con la Ue annuncia tempi rapidi per il decreto che agevolerà la dismissione dei crediti bancari più scadenti, e torna a ribadire la solidità del sistema creditizio italiano, la Banca d’Italia sollecita un ripensamento delle norme che hanno portato alla «risoluzione» di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti, con l’azzeramento di azioni e obbligazioni subordinate.
La revisione sarebbe auspicabile «soprattutto quando le debolezze del sistema creditizio hanno natura sistemica e derivano da eventi di natura eccezionale» ha detto ieri il vice direttore generale, Fabio Panetta, intervenuto ad un seminario a Milano di Equita Sim. Lui stesso, lo ha ricordato sempre ieri, aveva definito in Parlamento il «bail in», ovvero la risoluzione delle banche, «un’extrema ratio, un’ipotesi possibile, ma auspicabilmente remota» appena pochi giorni prima del decreto sulle quattro banche.
Al di là dei correttivi su tempi e modalità del bail in, le regole sulle crisi bancarie, come il rafforzamento dei loro requisiti patrimoniali, ha detto Panetta, «renderanno le banche meno rischiose, dotandole di più capitale», ma allo stesso tempo ne «comprimono la redditività e lo sviluppo, con riflessi negativi sulla disponibilità di prestiti all’economia reale». In un contesto, dice per giunta l’esponente di Bankitalia, «di persistente debolezza economica» nella Ue.
Il Tesoro, che nei giorni scorsi aveva già aperto alla possibilità di correggere le norme sulla risoluzione, intanto lavora sul decreto per agevolare lo smobilizzo delle sofferenze bancarie, e torna a sostenere la solidità del sistema. Ieri alla Camera il ministro Pier Carlo Padoan ha assicurato tempi brevi per il provvedimento, e garantito che non peserà sui conti pubblici. L’intesa con la Ue prevede che lo Stato conceda una garanzia a pagamento sulla cessione dei crediti alle «bad bank», società appositamente create. Una forma di assicurazione che sarà più costosa con l’andare del tempo, per incentivare una pulizia più rapida dei bilanci.
Le norme sulle «bad bank» dovrebbero vedere la luce la prossima settimana, e confluire in un unico provvedimento insieme alla riforma delle banche di credito cooperativo e la velocizzazione del recupero dei crediti che avrebbero dovuto essere esaminate oggi dal governo. I mercati, tuttavia, non sembrano del tutto convinti delle misure allo studio e la Borsa di Milano ieri ha reagito male.
Tanto che il Tesoro è intervenuto con una nota, definendo «ampiamente ingiustificata» l’ondata di vendite che ha colpito i titoli delle banche quotate. Le «sofferenze non sono l’unico criterio per valutare il rischio» di una banca o di un sistema. Gli istituti degli altri paesi Ue, dice il Mef, «risultano molto più esposti verso i Paesi emergenti» e «sui derivati». Il tasso di copertura dei crediti dubbi in Italia è oltre il 40% e superiore alla media Ue, e gli stessi indici della leva finanziaria «collocano le nostre banche in posizione di vantaggio» rispetto alle altre della zona euro, ha aggiunto il Tesoro. In compenso c’è tranquillità sui conti pubblici. Padoan li ha definiti sotto controllo «nel breve, medio e lungo periodo» assicurando alla Camera che il debito scenderà anche con una crescita dell’economia più bassa o tassi più alti. Dalla lotta all’evasione, intanto, si annuncia un nuovo record. Nel 2015 saranno superati i 14,2 miliardi incassati l’anno precedente.