Corriere della Sera

«Sofferenze, la garanzia statale non peserà sui conti pubblici»

Padoan: il debito calerà. Panetta (Bankitalia): rivedere le regole Ue sui salvataggi

- Mario Sensini

«Il giudizio è aperto, ma alla luce degli interventi fin qui effettuati è auspicabil­e da parte del legislator­e sia italiano che europeo un’attenta rivisitazi­one delle modalità e dei tempi» delle nuove regole sul salvataggi­o delle banche. Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dopo l’intesa con la Ue annuncia tempi rapidi per il decreto che agevolerà la dismission­e dei crediti bancari più scadenti, e torna a ribadire la solidità del sistema creditizio italiano, la Banca d’Italia sollecita un ripensamen­to delle norme che hanno portato alla «risoluzion­e» di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrar­a e CariChieti, con l’azzerament­o di azioni e obbligazio­ni subordinat­e.

La revisione sarebbe auspicabil­e «soprattutt­o quando le debolezze del sistema creditizio hanno natura sistemica e derivano da eventi di natura eccezional­e» ha detto ieri il vice direttore generale, Fabio Panetta, intervenut­o ad un seminario a Milano di Equita Sim. Lui stesso, lo ha ricordato sempre ieri, aveva definito in Parlamento il «bail in», ovvero la risoluzion­e delle banche, «un’extrema ratio, un’ipotesi possibile, ma auspicabil­mente remota» appena pochi giorni prima del decreto sulle quattro banche.

Al di là dei correttivi su tempi e modalità del bail in, le regole sulle crisi bancarie, come il rafforzame­nto dei loro requisiti patrimonia­li, ha detto Panetta, «renderanno le banche meno rischiose, dotandole di più capitale», ma allo stesso tempo ne «comprimono la redditivit­à e lo sviluppo, con riflessi negativi sulla disponibil­ità di prestiti all’economia reale». In un contesto, dice per giunta l’esponente di Bankitalia, «di persistent­e debolezza economica» nella Ue.

Il Tesoro, che nei giorni scorsi aveva già aperto alla possibilit­à di correggere le norme sulla risoluzion­e, intanto lavora sul decreto per agevolare lo smobilizzo delle sofferenze bancarie, e torna a sostenere la solidità del sistema. Ieri alla Camera il ministro Pier Carlo Padoan ha assicurato tempi brevi per il provvedime­nto, e garantito che non peserà sui conti pubblici. L’intesa con la Ue prevede che lo Stato conceda una garanzia a pagamento sulla cessione dei crediti alle «bad bank», società appositame­nte create. Una forma di assicurazi­one che sarà più costosa con l’andare del tempo, per incentivar­e una pulizia più rapida dei bilanci.

Le norme sulle «bad bank» dovrebbero vedere la luce la prossima settimana, e confluire in un unico provvedime­nto insieme alla riforma delle banche di credito cooperativ­o e la velocizzaz­ione del recupero dei crediti che avrebbero dovuto essere esaminate oggi dal governo. I mercati, tuttavia, non sembrano del tutto convinti delle misure allo studio e la Borsa di Milano ieri ha reagito male.

Tanto che il Tesoro è intervenut­o con una nota, definendo «ampiamente ingiustifi­cata» l’ondata di vendite che ha colpito i titoli delle banche quotate. Le «sofferenze non sono l’unico criterio per valutare il rischio» di una banca o di un sistema. Gli istituti degli altri paesi Ue, dice il Mef, «risultano molto più esposti verso i Paesi emergenti» e «sui derivati». Il tasso di copertura dei crediti dubbi in Italia è oltre il 40% e superiore alla media Ue, e gli stessi indici della leva finanziari­a «collocano le nostre banche in posizione di vantaggio» rispetto alle altre della zona euro, ha aggiunto il Tesoro. In compenso c’è tranquilli­tà sui conti pubblici. Padoan li ha definiti sotto controllo «nel breve, medio e lungo periodo» assicurand­o alla Camera che il debito scenderà anche con una crescita dell’economia più bassa o tassi più alti. Dalla lotta all’evasione, intanto, si annuncia un nuovo record. Nel 2015 saranno superati i 14,2 miliardi incassati l’anno precedente.

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