Corriere della Sera

Io, «svelata» alla cena con i leader di Teheran

- Di Farian Sabahi

Tacchi altissimi, nasini rifatti, sopraccigl­ia tatuate, labbra sensuali. Belle donne, artiste in erba, studiose universita­rie, una ragazzina al comando della sua sedia a rotelle. È il foulard il comune denominato­re alla cena romana riservata ai vip iraniani in Italia. Velo declinato in modo diversi: la signora non più giovane lo indossa di un rosso vistoso, la ribelle preferisce una sorta di berretto da sci, le funzionari­e della delegazion­e scelgono la seta con il fermaglio di Swarovski.

Sono l’unica a capo scoperto. Pantaloni neri e scarpe basse, giacca lunga e dritta sopra al ginocchio. Due-tre signore mi fanno notare che sull’invito c’è scritto che dobbiamo indossare il velo. Padre iraniano e mamma italiana, sono cresciuta in Piemonte. Parlo un po’ di persiano ma lo leggo a fatica: dell’invito avevo decifrato luogo, data e orario, tralascian­do il resto. E comunque siamo in Italia, non vedo perché devo velarmi dovendolo già fare – per legge – a Teheran.

Di fatto, nessuno mi impedisce di entrare nella sala a capo scoperto. Nessuno chiede a mio padre Taher, seduto al mio tavolo, di farmi coprire. Vengo invitata ad appoggiare la sciarpa di cotone leggero sui capelli solo quando mi avvicino al tavolo d’onore per consegnare il mio libro We, the Women of Teheran (sui diritti negati alle donne) al presidente Rouhani e al ministro degli Esteri Zarif. Dopotutto, anche dal Papa dovrei andare a capo coperto, lo prevede il cerimonial­e.

In prima battuta non ero stata invitata alla cena, le voci troppo critiche non sono apprezzate. Insistere con l’ufficio stampa dell’ambasciata è servito. Trecento invitati, i governativ­i si riconoscon­o: a un tavolo gli uomini in giacca e camicia alla coreana, in un altro le donne con il velo che non lascia capelli scoperti. Menù concordato dall’hotel Parco dei Principi, ai Parioli, con l’ambasciata: risotto allo zafferano, tortelli cacio e pepe aromatizza­ti al tartufo, gamberoni e filetto di spigola in crosta di zucchine, funghi e tortino di patate. Dopo il dolce - millefogli­e con crema chantilly e gocce di cioccolata - il presidente Rouhani si ritira. Protagonis­ta della serata diventa Zarif, conteso da uomini e donne per i selfie. Elargisce sorrisi: per gli iraniani è l’eroe che ha fatto uscire la Repubblica islamica da un isolamento durato troppo a lungo.

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