Le pressioni di Casaleggio su Bedori. Lei: non mi ritiro
Alla fine ha deciso di tirare dritto e giocarsi fino all’ultimo la sfida come candidata sindaco a Milano: Patrizia Bedori rimane per ora il volto del M5S per il capoluogo lombardo. La tre giorni di fuoco dell’aspirante inquilina di Palazzo Marino — iniziata lunedì con un vertice tra Gianroberto Casaleggio e Luigi Di Maio per fare il punto sulla situazione delle Amministrative — si è concluso in una bolla di sapone. Ieri Bedori ha varcato i corridoi della «Casaleggio associati» per incontrare lo stratega del Movimento, che le ha esposto le perplessità emerse nei primi mesi di campagna elettorale, dubbi — appunto — che erano già stati oggetto di discussione tra i parlamentari e nel direttorio. Stando alle indiscrezioni, da più parti sarebbero giunte a Bedori «inviti a riflettere» sulla sua posizione. Nessun diktat, però. Inviti respinti senza nemmeno trascorrere una notte a ponderare sul da farsi. In tarda serata, infatti, arriva il commento secco della candidata, che nei giorni scorsi aveva riunito il suo nucleo di fedelissimi per fare il punto sulla situazione: «Non mi ritiro, smentisco le illazioni dei giornali». E ancora: «Nessuno mi ha chiesto di fare un passo indietro».
Parole che sembrano chiudere ogni discorso, ma alcuni parlamentari non escludono «sorprese». Rimangono infatti forti i dubbi sulla poca visibilità e incisività mediatica di Bedori (aggravata da qualche scivolone sui temi più sensibili del dibattito politico cittadino). Oltretutto i tempi e i modi in cui la candidata ha liquidato le osservazioni che le sono state rivolte hanno creato più di un malumore. I rumors romani parlano anche di «nuovi passi» per risolvere la situazione. Massimo riserbo sulla vicenda, trapela solo qualche laconico commento. Tra questi, quello di Carlo Sibilia, deputato che fa parte del direttorio, che si lascia andare a un sibillino: «Se qualcuno conferma la sua disponibilità dopo aver valutato la portata dell’impegno che una candidatura comporta è una valutazione che deve fare personalmente ma responsabilmente». La discussione si allarga anche alla base. Gli attivisti, così come buona parte del Movimento in Lombardia, sono divisi e schierati: c’è chi chiede un atto di forza per evitare una debacle elettorale e chi liquida la questione come una « bufala » . Prende quota in queste ore l’idea di scegliere online i consiglieri comunali del Movimento: il più votato verrebbe «affiancato» alla candidata in modo da dar vita a una campagna elettorale «di coppia».
Intanto, i dem tornano ad attaccare il Movimento. «Pare che a Milano M5S stia per scaricare la sua candidata perché in tv non va granché bene. Nel frattempo non un’idea sulla città, non una proposta per i milanesi», commenta Andrea Romano. «Tutti i grillini del capoluogo lombardo sono col fiato sospeso in attesa delle decisioni dei capi. Dopo la vicenda di corruzione a Quarto, un altro episodio di democrazia e trasparenza», ironizza il senatore Mauro Del Barba.