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Non piove da giorni, le temperature sono in aumento e, ieri, è suonato nuovamente l’allarme smog in molte città italiane: da Torino a Venezia passando Milano, Firenze e Roma. Così, alcune amministrazioni hanno ricominciato limitare il traffico per rendere più respirabili i loro centri.
Oggi a Roma, ad esempio, per il secondo giorno consecutivo, i veicoli più inquinanti non possono circolare, dalle 7.30 alle 20.30, dentro la «fascia verde». Lo stop vale anche per moto e ciclomotori (a due, tre e quattro ruote sia a due sia a quattro tempi Euro 0 ed Euro 1) incluse le microcar diesel (Euro 0 e Euro 1). In più, case e uffici devono abbassare la temperatura dei riscaldamenti a massimo 18 gradi (tranne le strutture sanitarie e le scuole). Il Campidoglio, ieri, ha anche ricordato che non possono circolare «gli autoveicoli pre-Euro 1; mentre per le auto Euro 1 e Euro 2 diesel il blocco vigerà sino al 31 marzo 2016, dal lunedì al venerdì». Inoltre, il 31 ci sarà una domenica ecologica divisa in due fasce, dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Se i superamenti dei limiti di legge continueranno è probabile che, lunedì e martedì prossimo, torneranno anche le targhe alterne.
«Purtroppo è alta la probabilità che la qualità dell’aria peggiorerà — spiega il climatologo Antonio Sanò — perché non sono previste perturbazioni almeno sino al 4 febbraio quando pioverà». Un gennaio davvero insolito. «Il motivo è dato sia dall’arrivo di aria calda dal Nord Africa verso il Sud Italia — prosegue Sanò — sia dall’umidità che ristagna nel Centro-Nord che la mancanza dei venti associata all’alta pressione».
Non a caso, in Lombardia, dall’inizio dell’anno, il limite di legge di 50 microgrammi per metro cubo di PM10 è stato superato a Bergamo e Brescia per dieci giorni e 11 a Milano.
«È ancora critico lo stato di salute dell’aria lombardo — dice Bruno Simini, presidente Agenzia regionale protezione ambientale (Arpa) —e i dati indicano che, per il settimo Milioni di euro I fondi per contrastare lo smog in Italia