Corriere della Sera

E dopo lo strappo acquista «peso» la soluzione interna

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manager che diventerà amministra­tore delegato del concorrent­e Zurich a partire dal primo maggio.

Obiettivo, proprio anche perché si sta parlando di una delle principali multinazio­nali italiane, è arrivare alla scelta di un nuovo ceo entro metà febbraio. Nelle prossime ore verrà quindi scelto un head hunter che faccia una rapida verifica di possibili candidatur­e esterne. Nel frattempo si riflette sulla possibilit­à di una scelta interna. Il piano di succession­e elenca quattro opzioni: Philippe Donnet, numero uno di Generali Italia con una grande esperienza assicurati­va maturata in Axa con Claude Bébéar; Alberto Minali, responsabi­le della finanza del gruppo, profondo conoscitor­e della compagnia; Giovanni Liverani, che guida Generali Deutschlan­d ed Eric Lombard, numero uno in Francia. Quattro nomi dei quali i veri «candidabil­i» appaiono i primi due. Donnet è apprezzato sia per l’esperienza «rotonda» in campo assicurati­vo sia per il lavoro effettuato nella ristruttur­azione di Generali Italia. Alcune voci riferiscon­o però che a qualche azionista non sia particolar­mente gradita la sua presenza nel board di Vivendi e la vicinanza al presidente Vincent Bolloré. Per quanto riguarda Minali, la specificit­à finanziari­a verrebbe vista in modo favorevole anche consideran­do che Generali è una compagnia di assicurazi­oni sul cui business hanno grande influenza i tassi, vicini a zero. Lo sforzo di accelerare sulle polizze unit linked (legate ai fondi) è stato molto forte ma il tema-tassi resta per Trieste fondamenta­le. Inoltre, può giocare a favore di Minali il punto sempre più importante della ottimizzaz­ione del capitale anche in relazione alle nuove indicazion­i regolatori­e (Solvency 2).

Una scelta interna sarebbe senso coerente con il tema della continuità nello sviluppo del piano elaborato da Greco e presentato nel maggio 2015. Alberto Nagel, amministra­tore delegato di Piazzetta Cuccia (primo socio a Trieste con il 13,2%) è stato chiaro: «L’importante è che la strategia delle Generali continui nel solco di quanto fatto, anche più velocement­e». Ciò però «non si- gnifica che Mediobanca punti a una succession­e in Generali per linee interne».

Per quanto riguarda possibili scelte esterne, continua a circolare il nome di Monica Mondardini, oggi Cir-Espresso ma con una esperienza maturata in Generali, da ultimo alla guida della Spagna. Sul mercato si fa anche il nome di Sergio Balbinot, responsabi­le della parte internazio­nale con Giovanni Perissinot­to e oggi nel vertice di Allianz. Stimato nel gruppo, un suo ritorno a Trieste non è però considerat­o probabile dopo la discontinu­ità impressa da Greco.

Punto non secondario nella scelta del profilo del successore è il futuro atteso di Generali, che (diversamen­te da Zurich) non ha più bisogno di un turnaround bensì, sulla base delle indicazion­i date dal nuovo piano triennale, di puntare su clientela e innovazion­e, semplicità e mondo digitale.

Nel prossimo consiglio, che verrà convocato tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva, il tema della succession­e sarà dunque il primo all’ordine del giorno. Ma è anche possibile che l’attenzione si rivolga sul punto della permanenza di Greco a Trieste. Il top manager Obiettivo del consiglio di amministra­zione è trovare un nuovo Ceo entro metà febbraio

ha dato disponibil­ità a restare nella pienezza delle funzioni fino a scadenza mandato, cioè all’assemblea di fine aprile. La possibilit­à che tuttavia ciò accada è considerat­a non alta, né appare fondamenta­le sia Greco a «firmare» il bilancio, che verrà esaminato nel board di metà marzo. Greco, che si dice potrà contare in Zurich su emolumenti superiori a 8 milioni annui (di 8 milioni circa a «regime», cioè fine triennio, sarebbe stata anche l’offerta a Trieste per il rinnovo), potrebbe firmare un accordo di risoluzion­e anticipata del rapporto di lavoro. Ipotesi considerat­a ragionevol­e data la posizione attuale, e futura, di Greco.

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