Corriere della Sera

La scommessa di Principia sul biomedical­e in Puglia

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( an.duc.) Principia Sgr è pronta a investire 10-15 milioni di euro in Puglia. Il venture capital, guidato da Antonio Falcone, il 3 febbraio sbarca a Bari per una nuova tappa del tour di incontri con le Università, i centri di ricerca e le pmi. L’idea è innescare un circolo virtuoso tra innovazion­e, ricerca e imprendito­ria. Tradotto significa stimolare dal basso idee e progetti da finanziare, in particolar­e nei settori healthcare e biomedical­e, attraverso Principia III - Health. Falcone ha chiuso da poco il secondo round di raccolta del fondo con un dotazione di 200 milioni di euro. La tappa barese di Principia Sgr fa seguito a quelle di Roma e Bergamo, poi sarà la volta di Milano. Mercoledì prossimo nel Salone degli Affreschi dell’Università di Bari ci saranno i rettori e i rappresent­anti di tutti gli atenei pugliesi (Politecnic­o di Bari, Università di Foggia, Università del Salento e Università di Bari). Tra i relatori, Alessandro Sannino, presidente associazio­ne spin off italiani, e Davide Ravà, amministra­tore delegato Wadi Venture, operatore di venture capital israeliano partecipat­o da Franco Bernabè e Jonathan Pacifici.

Guerra dei cosmetici con maxicauzio­ne

( l. fer.) Contrordin­e in Appello, ma per ora su maxicauzio­ne da 2 milioni. Nel 2005 il Tribunale di Milano aveva stabilito che anche un negozio, nella concezione dei suoi interni, potesse meritare la protezione del diritto d’autore, e perciò nel contenzios­o tra due colossi dei cosmetici aveva imposto alla catena commercial­e Wjcon srl (oltre a un risarcimen­to di 716.000 euro) di smontare e cambiare entro due mesi gli interni di tutti i propri 120 negozi italiani asseritame­nte «copiati» da quelli del concorrent­e Kiko srl, pena 10.000 euro di sanzione per ogni negozio non modificato dopo 60 giorni. Ma ora, di fronte al ricorso degli avvocati Roberto Bocchini, Claudio Zambrano e Gustavo Ghidini ( foto), la Corte d’Appello (presidente Baldo Marescotti, a latere Raimondo Mesiano e Francesca Fiecconi) in attesa del verdetto di secondo grado sospende la provvisori­a esecutivit­à del primo grado, subordinan­dola a una cauzione di 2 milioni di euro: «Nonostante la lettura della sentenza di primo grado non palesi errori immediatam­ente rilevabili – scrivono i giudici -, per la sua delicatezz­a e importanza la vicenda merita una adeguata e approfondi­ta riflession­e » , specie consideran­do « i costi rilevantis­simi derivanti dalla necessità di modificare gli arredament­i di tutti i punti vendita», col paradosso che il ripristina­rli in caso di vittoria in Appello «porrebbe in difficoltà la continuazi­one della stessa attività d’impresa».

Arriva il primo bond di Spotify

( c.d.c.) La competizio­ne dei grandi colossi (Google, Amazon e Apple) mette in difficoltà Spotify, che da quando è stata fondata nove anni fa ha raccolto dagli investitor­i più di un miliardo di dollari. Il servizio streaming punta a ottenere un prestito da 500 milioni di dollari dai suoi investitor­i. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’azienda svedese prevede di emettere titoli di debito convertibi­li per raccoglier­e i fondi necessari a fronteggia­re la crescente competizio­ne.

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