Un segnale di attenzione (e di modernità) per il ceto medio
I diritti per il lavoro autonomo, dalla maternità alla malattia Povertà, arriva il «sostegno universale» per 1,1 milioni di persone
Venirea capo della «questione del ceto medio» — come la definisce il titolo dell’ultimo libro del sociologo Arnaldo Bagnasco — vuol dire dotarsi di «un racconto del cambiamento sociale» (ancora Bagnasco). Ed è quello che in qualche maniera il governo sta lodevolmente cercando di fare almeno nel campo del lavoro autonomo. Il testo licenziato ieri dal Consiglio dei ministri è sicuramente innovativo e riguarda una platea di più di 2 milioni di persone. Sono quelli che una volta venivano definiti «liberi professionisti» e oggi più prosaicamente vengono identificati come «professionisti ordinisti» ovvero iscritti a un Ordine professionale. Ma ci sono anche i «nuovi» professionisti non ordinisti che siamo abituati ormai a classificare con l’elegante termine anglosassone di free lance. E si può constatare come ancora una volta il termine «libero» ritorni. Accanto a loro il disegno di legge sul lavoro autonomo riguarda anche le collaborazioni coordinate e continuative mentre restano fuori gli imprenditori, artigiani e commercianti.
Un sostegno universale per i più poveri, che inizialmente dovrebbe interessare una platea di un milione 150mila persone. Riordino delle prestazioni assistenziali, senza toccare quelle in essere e in ogni caso quelle per i disabili. Estensione delle tutele contrattuali, di malattia e maternità e sgravi fiscali specifici per i lavoratori autonomi non imprenditori. Una prima disciplina di base per il cosiddetto «lavoro agile» o smartworking, quello subordinato ma svolto in parte fuori dai locali aziendali, grazie ai nuovi strumenti tecnologici. Sono questi i temi affrontati nei due disegni di legge approvati dal consiglio dei ministri.
Il primo riguarda il contrasto della povertà ed è un disegno di legge delega, che quindi, dopo l’approvazione in Parlamento, richiederà una serie di decreti di attuazione che saranno emanati dal governo entro sei mesi. Il secondo, quello su lavoro autonomo e smartworking, è un disegno di legge semplice, che entrerà in vigore dopo che Camera e Senato lo avranno approvato.
«Istituiamo una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuato come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «L’intervento — ha aggiunto — è previsto su due binari. Un sostegno al reddito della persona e una presa in carico per far si che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione».
La platea interessata è stimata in circa 280mila famiglie con 550mila figli minori, per un totale di 1.150.000 persone. Per quest’anno la legge di Stabilità ha stanziato 600 milioni, che possono quindi finanziare un intervento del valore di 2.142 euro in media a famiglia. Il fondo salirà a un miliardo dal 2017. Ma la delega prevede anche la razionalizzazione delle prestazioni che fanno capo a Regioni ed enti locali e la riforma dell’assistenza, dalla quale arriveranno altre risorse. Nel mirino ci sono le maggiorazioni sociali e le integrazioni al minimo sulle pensioni degli italiani residenti all’estero. E potrebbe essere esteso l’utilizzo dell’Isee, l’indicatore della ricchezza familiare (anziché individuale), per ottenere le prestazioni assistenziali.
Il secondo disegno di legge l riguarda invece i lavoratori autonomi non imprenditori. Una platea di 220.550 partite Iva iscritte alla gestione separata Inps, secondo la Cgia di Mestre. «Cerchiamo di fare in modo che i soggetti non vengano colpiti da contratti capestro, afferma il ministro. Tra le misure: la possibilità di dedurre le spese di formazione fino a 10mila euro l’anno e quelle per le certificazioni professionali fino a 5mila euro l’anno; l’indennità di maternità per 5 mesi anche se il professionista non si astiene dal lavoro; la possibilità di sospendere i contributi in caso di malattia grave.
L’assistenza Un aiuto di 2.142 euro in media a famiglia Ecco quali sono i requisiti per ottenerlo