La corsa dei mutui, crescono al ritmo del 97%
Ancora una volta le banche sono crollate in Borsa trascinandosi tutta Piazza Affari (ieri -3,49%). Ed è normale, visto che i titoli bancari e finanziari sono la componente più importante dell’indice FtseMib: questa è una specificità tutta italiana, che nei momenti più incerti innesca un circolo vizioso: chi vuole allontanarsi dall’Italia vende le banche perché sono le più esposte al debito pubblico; e chi ha paura delle banche esce dall’Italia («Avoid Italy», raccomandava a inizio gennaio un report di Jp Morgan sul sistema bancario europeo). Ieri gli investitori hanno fatto sapere che la mossa del governo sui crediti deteriorati — la garanzia pubblica, in sigla «Gacs» — li ha convinti poco.
L’accordo — politicamente importante — raggiunto martedì sera tra l’Italia e la Commissione europea dovrebbe avere l’effetto di aiutare le banche a vendere gran parte di questi 200 miliardi di euro lordi di crediti inesigibili (che diventano 89 dopo svalutazioni e accantonamenti), per liberare così capitale e poter indirizzare più risorse all’economia reale. Il governo fornisce una sorta di fideiussione, così se il recupero del credito non va a buon fine, scatta il rimborso. In questo modo le banche avranno una carta più forte da giocarsi al tavolo delle trattative — tutte private — sul prezzo delle sofferenze (in inglese «non performing loans», o Npl) in modo che sia più vicino a quello a cui le hanno in carico, sia pure svalutate, nei bilanci.
Ma sul mercato i dubbi sono forti. «La nostra impressione iniziale è che la capacità del meccanismo di migliorare in modo significativo la qualità degli asset del settore bancario italiano sia limitata», ha
Il dubbio più forte del mercato è sul prezzo che le banche pagheranno per comprare la garanzia pubblica La scorsa settimana il presidente della Bce, Mario Draghi ha confermato la solidità del sistema italiano del credito
Tutto in un numero: 97,1%. È questo l’incremento dei mutui per l’acquisto di immobili registrato nel 2015 rispetto all’anno precedente. Una corsa vera e propria se si pensa che in termini assoluti l’ammontare delle nuove erogazioni del 2015 è superiore sia al dato del 2013 (19,085 miliardi) sia a quello del 2012 (20,712 miliardi). L’osservatorio nazionale dei costruttori italiani lo aveva detto: nel 2016 il mattone sarà fuori dal tunnel della crisi. Le conferme arrivano anche dai dati dell’Abi che ieri sulla base di un campione rappresentativo di banche italiane (che rappresentano l’80% del mercato), ha evidenziato una forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Ecco i numeri: nell’intero 2015 (come si può vedere dal grafico di lato) le nuove erogazioni di mutui sono state pari a 49,826 miliardi di euro rispetto ai 25,283 miliardi dello stesso periodo del 2014. Con un incremento quindi del 97,1%. Tutta «colpa» delle surroghe? Non proprio: la loro incidenza sul totale dei nuovi finanziamenti è stata pari al 31%.
Ciò di cui ha bisogno ora il mercato sono le fusioni bancarie Si lavora alle nozze Bpm-Banco e Ubi-Mps