Corriere della Sera

Un anno da garante Neutralità e riforme sul Colle di Mattarella

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Con i partigiani Il saluto durante la commemoraz­ione del settantesi­mo della Liberazion­e (foto Ansa) colpi a effetto illuminand­o un quadro del Paese troppo edulcorato, e subito adeguato al vero dal Colle.

Ci sono parecchi esempi a dimostrare il peso di certi interventi, riservati ma penetranti, del presidente della Repubblica. Dalla legge sulle unioni civili (per la quale ha segnalato dubbi di costituzio­nalità) allo scandalo degli istituti di credito in default, con annunci estemporan­ei che minacciava­no il prestigio di Bankitalia (da lui difesa), all’ultima crisi tra l’Unione Europea e il nostro governo (al quale ha consigliat­o prudenza, almeno verbale, per preservarl­o da incidenti di percorso).

E qui entrano in gioco i rapporti tra il capo dello Stato e Renzi. Rapporti che, nonostante le differenze di energia, temperamen­to e modi di comunicazi­one, al momento funzionano. Sarà perché, per la forza delle cose, a volte due opposti si attraggono. Sarà perché è con il suo governo che si gioca la partita delle riforme, decisive per la ricomposiz­ione tutt’ora in corso delle forze politiche dopo la fine dei partiti come li abbiamo vissuti nel Novecento, ma soprattutt­o perché con le riforme si metterà finalmente un punto all’irrisolta transizion­e italiana.

Sembra questa la missione del settennato del Mattarella «riformista radicale», come lo dipingono gli amici.

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