Il jihadista australiano che voleva imbottire un canguro di esplosivo
Sevdet Ramadan Besim, 19 anni, in un’immagine postata su Instagram. Il giovane è sotto processo a Melbourne, in Australia, con l’accusa di aver progettato un attacco in stile Isis nel «Giorno dei veterani». Secondo gli inquirenti, avrebbe confessato via email a un complice, in Gran Bretagna, della possibilità di legare dell’esplosivo a un canguro e di farlo esplodere contro la polizia con l’intento di provocare una strage. Libertà d’espressione C’è un problema di libertà d’espressione in Francia: dire la verità è sempre più difficile
la tranquillità crudele di gente che si rivolge ad Allah e al Profeta come se fossero i parenti più cari e intimi. La loro radicale mancanza di humour fa spavento. C’è un tipo che si fa tingere la barba con l’henné, se la fa bionda per differenziarsi dagli ebrei. “Loro hanno la barba nera!”, dice. Un odio dell’America e degli ebrei spaventoso. E il film lo mostra in modo perfetto».
Perché molti vogliono boicottare «Salafistes»?
«Forse per non turbare i milioni di musulmani francesi. Ma è un passo indietro gravissimo. La Francia è sempre meno libera, sempre più cose sono proibite. C’è una specie di collusione tra i benpensanti, il governo, la stampa. Ho stima per il premier Valls, spero che intervenga. Non può permettere il boicottaggio di un’opera che ci fa capire davvero chi abbiamo davanti».
@Stef_Montefiori