Il regista Lanzmann: «Dobbiamo mostrare barbarie e violenza Così si capisce l’odio»
succede nelle loro teste e nelle loro vite, e che cos’è la sharia, la legge islamica. L’ho capito per la prima volta vedendo questo film, e lo si vuole vietare? In nome di che cosa?».
Dicono sia molto violento.
«Si vedono dei tipi aggirarsi in bicicletta per le strade sabbiose di Timbuctu con le armi da guerra a tracolla. Stanano le donne casa per casa, anche le più anziane, per vedere come sono vestite, per controllare se c’è un angolo di pelle che rimane fuori dal velo. In quel caso vengono punite».
Soprattutto, ci sono le scene di sangue.
«Mani amputate per obbedire alla sharia, un altro uomo viene decapitato... Bisogna sa- perlo. Quella gente taglia le mani, ma come? Senza anestesia, ovviamente. Non è un colpo netto, usano un coltello che è come una sega, perché ci sono delle ossa, è difficile. E anche quando tagliano la testa è complicato... Trovo che sia qualcosa di una crudeltà, di una barbarie indicibile. Perché non si dovrebbe mostrarlo, se è la verità? Ed è la verità».
Non si rischia di assecondare la propaganda dell’Isis?
«Mostrare in che modo atroce tagliano le mani e le teste farebbe il gioco dell’Isis? È contropropaganda, semmai, è fare capire a tutti di che cosa stiamo parlando. Sono stupefatto».
Nel suo appello alla ministra della Cultura, su « Le Monde», lei si lamenta che «la stupidità è ovunque». C’è un problema di libertà di espressione in Francia?
«Credo di sì, dire la verità è sempre più difficile. La verità diventa un problema, e questo è un male. Questo film mostra