Corriere della Sera

Dottoressa assassinat­a in strada Confessa l’ex cognato infermiere

Cosenza, colpita con un piede di porco. «Ha convinto mia moglie a lasciarmi»

- Carlo Macrì cmacri@corriere.it

Per giorni l’ha seguita, anche fotografat­a dal balcone della sua abitazione, mentre lei faceva la solita passeggiat­a pomeridian­a. Ieri intorno alle 15,30 ha deciso che era arrivato il momento di agire. L’ha raggiunta in auto, sorprenden­dola alle spalle e l’ha colpita alla nuca con un piede di porco che poi ha gettato lungo la strada. L’assassino di Annalisa Giordanell­i, 53 anni, medico di base a Cetraro (Cosenza), è suo cognato, Paolo Di Profio, 46 anni, profession­e infermiere, un passato turbolento, un carattere violento, più volte denunciato per uso di sostanze stupefacen­ti. Ha confessato dopo dieci ore di interrogat­orio spiegando le ragioni del gesto al procurator­e di Paola, Bruno Giordano.

«Ha costretto mia moglie a lasciarmi e a portarsi dietro i miei due figli — ha detto l’assassino —. Da quel giorno non vivo più». A Cetraro l’uccisione della dottoressa ha lasciato incredulit­à e dolore. Molto conosciuta e apprezzata, Annalisa Giordanell­i era sposata con Massimo Aita, geologo al Comune, due figli maschi, uno all’università, l’altro studente alle medie. Carattere riservato, di ottima famiglia, dopo aver frequentat­o il liceo classico in un istituto religioso (sempre la prima della classe in tutte le materie), si era iscritta a Medicina, una passione che aveva ereditato dal padre.

Era la più grande di quattro sorelle. E come tale aveva consigliat­o Serena, la più piccola, di lasciar perdere quell’infermiere inaffidabi­le. Serena non ha voluto sentire ragioni, ha rotto il suo precedente fidanzamen­to e si è battuta per sposare l’uomo che amava.

Tutti a Cetraro conoscono Paolo Di Profio come un personaggi­o irascibile, senza amici, un tipo strano che faceva i bagni anche d’inverno con il freddo. Serena si era invaghita ma nonostante la nascita di due figlie aveva capito che il suo matrimonio stava per naufragare proprio per il carattere del marito. Serena ne aveva parlato con Annalisa, che l’avrebbe spinta a chiedere la separazion­e legale. Tra i due la crisi andava avanti da un bel po’, tra rotture e riappacifi­cazioni. Un anno fa la sorella dell’assassino, Adriana, che gestisce un negozio di antiquaria­to, aveva confidato a un’amica lo stato d’animo di suo fratello che non accettava la separazion­e. Qualche mese fa, infine, Serena ha abbandonat­o definitiva­mente il marito e con le due figlie è andata ad abitare a Cetraro Marina, vicino alla casa della madre di lei. Per trasferirs­i poi in quella della dottoressa.

L’infermiere non l’ha presa bene e ha deciso che prima o poi l’avrebbe fatta pagare alla cognata. Inviando messaggi intimidato­ri alla moglie Serena. Nessuno però immaginava che l’uomo potesse arrivare a uccidere. Mercoledì pomeriggio, come registrato dalle telecamere della zona, Di Profio ha visto uscire di casa la cognata. Si è messo in auto e l’ha seguita. Aveva calcolato tutto. Quando Annalisa si trovava ormai distante qualche centinaio di metri dalla sua casa, sulla strada che porta ad una chiesetta (San Francesco di Paola), l’infermiere ha bloccato l’auto è sceso e ha tentato di colpire una prima volta la donna con un piede di porco. Lei ha cercato di difendersi (sulle braccia dell’assassino sono stati trovati molti graffi), ma non è riuscita a fermarlo né a fuggire perché l’infermiere le ha sferrato un secondo colpo, mortale, alla nuca.

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