Dottoressa assassinata in strada Confessa l’ex cognato infermiere
Cosenza, colpita con un piede di porco. «Ha convinto mia moglie a lasciarmi»
Per giorni l’ha seguita, anche fotografata dal balcone della sua abitazione, mentre lei faceva la solita passeggiata pomeridiana. Ieri intorno alle 15,30 ha deciso che era arrivato il momento di agire. L’ha raggiunta in auto, sorprendendola alle spalle e l’ha colpita alla nuca con un piede di porco che poi ha gettato lungo la strada. L’assassino di Annalisa Giordanelli, 53 anni, medico di base a Cetraro (Cosenza), è suo cognato, Paolo Di Profio, 46 anni, professione infermiere, un passato turbolento, un carattere violento, più volte denunciato per uso di sostanze stupefacenti. Ha confessato dopo dieci ore di interrogatorio spiegando le ragioni del gesto al procuratore di Paola, Bruno Giordano.
«Ha costretto mia moglie a lasciarmi e a portarsi dietro i miei due figli — ha detto l’assassino —. Da quel giorno non vivo più». A Cetraro l’uccisione della dottoressa ha lasciato incredulità e dolore. Molto conosciuta e apprezzata, Annalisa Giordanelli era sposata con Massimo Aita, geologo al Comune, due figli maschi, uno all’università, l’altro studente alle medie. Carattere riservato, di ottima famiglia, dopo aver frequentato il liceo classico in un istituto religioso (sempre la prima della classe in tutte le materie), si era iscritta a Medicina, una passione che aveva ereditato dal padre.
Era la più grande di quattro sorelle. E come tale aveva consigliato Serena, la più piccola, di lasciar perdere quell’infermiere inaffidabile. Serena non ha voluto sentire ragioni, ha rotto il suo precedente fidanzamento e si è battuta per sposare l’uomo che amava.
Tutti a Cetraro conoscono Paolo Di Profio come un personaggio irascibile, senza amici, un tipo strano che faceva i bagni anche d’inverno con il freddo. Serena si era invaghita ma nonostante la nascita di due figlie aveva capito che il suo matrimonio stava per naufragare proprio per il carattere del marito. Serena ne aveva parlato con Annalisa, che l’avrebbe spinta a chiedere la separazione legale. Tra i due la crisi andava avanti da un bel po’, tra rotture e riappacificazioni. Un anno fa la sorella dell’assassino, Adriana, che gestisce un negozio di antiquariato, aveva confidato a un’amica lo stato d’animo di suo fratello che non accettava la separazione. Qualche mese fa, infine, Serena ha abbandonato definitivamente il marito e con le due figlie è andata ad abitare a Cetraro Marina, vicino alla casa della madre di lei. Per trasferirsi poi in quella della dottoressa.
L’infermiere non l’ha presa bene e ha deciso che prima o poi l’avrebbe fatta pagare alla cognata. Inviando messaggi intimidatori alla moglie Serena. Nessuno però immaginava che l’uomo potesse arrivare a uccidere. Mercoledì pomeriggio, come registrato dalle telecamere della zona, Di Profio ha visto uscire di casa la cognata. Si è messo in auto e l’ha seguita. Aveva calcolato tutto. Quando Annalisa si trovava ormai distante qualche centinaio di metri dalla sua casa, sulla strada che porta ad una chiesetta (San Francesco di Paola), l’infermiere ha bloccato l’auto è sceso e ha tentato di colpire una prima volta la donna con un piede di porco. Lei ha cercato di difendersi (sulle braccia dell’assassino sono stati trovati molti graffi), ma non è riuscita a fermarlo né a fuggire perché l’infermiere le ha sferrato un secondo colpo, mortale, alla nuca.