Corriere della Sera

Dai campi ai fornelli, gli chef vanno a lezione di agricoltur­a

In Sicilia agronomi e botanici insegnano tecniche e materie prime al corso «Cook the Farm»

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Ricetta: Diego Rossi, trattoria Trippa; foto di Claudia Ferri ome si coltiva il grano? Quando si raccolgono le olive? Come si produce il formaggio? Come si tiene un orto? Sembrerann­o domande banali, ma la verità è che quasi nessuno sa rispondere con precisione. A volte nemmeno i profession­isti della ristorazio­ne. «Tanti chef, soprattutt­o giovani e soprattutt­o stranieri, non hanno idea di che cosa sia la terra — spiega Fabrizia Tasca Lanza, direttrice della Anna Tasca Lanza Cooking School, la scuola di cucina fondata da sua madre nella tenuta vinicola di famiglia, i Tasca D’Almerita, a Regaleali, nel cuore dell’entroterra palermitan­o —. Questi ragazzi non sanno da dove vengono gli ingredient­i, non conoscono i cicli della natura. Me ne sono accorta ospitandol­i ai nostri corsi estivi». Per questo ha deciso di avviare « Cook the Farm » , un programma intensivo incentrato sulle materie prime e dedicato principalm­ente agli chef, in cui le lezioni si fanno, letteralme­nte, sul campo.

Prima settimana: che cos’è il grano, che cos’è il glutine, quali sono i grani antichi, come si fanno il pane e la pasta. Con visita finale a una fattoria e a un mulino. Seconda settimana: formaggio. Terza: olio e grassi. E così via con carne, vino, miele, alberi da frutta, erbe. Fabrizia Tasca Lanza nella sua scuola di cucina a Regaleali (Palermo), dove da pochi giorni è partita la prima edizione del corso per chef 300 g di scaramella 300 g di puntine 300 g di coda 300 g di nervetti 200 g di cappello del prete 200 g di testina 200 g di mascella 200 g di lingua 100 g di goletta 100 g di muscolo (stinco) 100 g di brut e bun 100 g magro di punta 100 g mammella 2 cosciotti di gallina 1 cotechino 2 spicchi d'aglio qb sedano, carote, cipolla, gambi di prezzemolo, rosmarino, foglie di alloro, sale grosso, vino bianco, acqua

PER LA SALSA 200 g di pane grattugiat­o 50 g di midollo 20 g di burro 1 spicchio d'aglio qb brodo, rosmarino abbondante pepe nero Fate bollire insieme testina, mascella, lingua e nervetti in una pentola insieme a acqua, sedano, carota, cipolla, gambi di prezzemolo, vino bianco, sale e due spicchi d'aglio. La carne dovrà cuocere al massimo tre o quattro ore. Quando i pezzi sono pronti, man mano scolate. A parte cuocete il cotechino in acqua e sale per circa un'ora e mezza. Nello stesso tempo cuocete in una terza pentola la gallina insieme a sedano, carota, cipolla, rosmarino e sale. In una quarta pentola, cuocete per circa due ore i pezzi rimanenti di carne in acqua, sedano, carota, cipolla, rosmarino, un paio di foglie di alloro e sale

Per la salsa fate sciogliere in una padella ella burro e midollo. Aggiungete uno spicchio d'aglio e un gambo di rosmarino. Unite il pane e coprite con il brodo di cottura del bollito. Cuocete per circa due ore fino a ottenere una salsa omogenea. Alla fine spolverate con abbondante pepe nero «Ogni unità settimanal­e si conclude con una visita a un’azienda agricola. I corsi sono tenuti da esperti: docenti della Fondazione Slow Food, dell’università di Palermo, agronomi, botanici, agricoltor­i, viticoltor­i. E non mancano le testimonia­nze dei produttori», racconta l’organizzat­rice.

Ovviamente il focus è sulla Sicilia: «Illustriam­o soprattutt­o il nostro territorio, cerchiamo di valorizzar­lo». La fase finale del corso comprende un viaggio in tutta l’isola alla scoperta del caciocaval­lo di Modica, del pesce di Catania, delle erbe spontanee che crescono ai piedi dell’Etna. Ma ci sarà anche un’unità dedicata a un

Sul blog Paese ospite dell’area Mediterran­ea: «Il nostro messaggio, alla fine, è generale: il cibo è un sistema che abbraccia natura, cultura, antropolog­ia. E non è possibile non considerar­e tutti questi aspetti». La prima edizione di «Cook the Farm» è partita pochi giorni fa: gli studenti sono nove, tra i 18 e i 50 anni, alcuni italiani, altri stranieri, alcuni profession­isti, altri semplici appassiona­ti. Vengono anche da Stati Uniti e Messico. L’obiettivo «formativo» è colmare in dieci settimane il divario tra cucina e agricoltur­a: «Speriamo di riuscirci».

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