Banca Arner, condanna di 200 mila euro e manager assolti
( l. fer.) Gli ex presidente e amministratore delegato di Banca Arner, Nicola Bravetti e Davide Jarach, insieme all’ex sindaco Mauro Bontempelli e all’ex commissario straordinario Alessandro Marcheselli, sono stati assolti dall’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza Bankitalia, alla quale secondo la Procura di Milano non era stato prospettato il vero sulle attività off-shore, e in particolare su quelle della Bosworth Consulting Ltd, il cui rapporto di conto corrente risultava trasferito dalla filiale Arner delle Bahamas alla capogruppo svizzera. Jarach (difeso da Tomaso Cortesi), al pari di Bravetti e dell’ex consigliere d’amministrazione Marco Milla, ha invece goduto della prescrizione per altri aspetti dell’accusa di ostacolo a Bankitalia, e per un contratto di associazione in partecipazione per l’introduzione di clientela già in essere nel 2005 ma approvato dal cda nel 2008. Non esistendo prescrizione nel mondo degli illeciti amministrativi contestati alle società in base alla legge 231/2001, il Tribunale (presidente Lorella Trovato) per questa vicenda ha invece condannato Banca Arner Italia spa alla sanzione pecuniaria di 200.000 euro.
Il doppio colpo di Terni Energia
( f.d.r.) Con una mano vende e con l’altra compra. Terni Energia inizia l’anno con due operazioni. Ieri la società quotata allo Star di Piazza Affari ha annunciato una diversificazione con l’acquisto del produttore di lampadine a basso consumo Greenled (advisor legale Orrick). Contestualmente la società presieduta da Stefano Neri ( foto) ha deciso di alleggerire il portafoglio e dovrebbe annunciare la cessione di impianti fotovoltaici per 3,3MW. A comprare è il fondo Radiant attraverso Renewable european investment Italy 3, con l’advisory di Green Arrow Capital. Il fondo britannico ha sottoscritto con TerniEnergia un accordo quadro per l’acquisizione di ulteriori impianti, confermando il focus sull’Italia che ha già visto Radiant e Green Arrow Capital, insieme a Texas Pacific Group, acquistare lo scorso giugno un blocco di impianti da 10Mw con un piano di ulteriori acquisizioni, sempre insieme a Tpg, per 400 milioni.
Acea e l’elettricità del Vaticano
(s.agn.) L’interrogazione viene dai deputati di Alternativa Libera-Possibile e riguarda il «vecchio» caso dell’energia elettrica riservata dall’Italia agli «Stati esteri» del Vaticano e San Marino. Che, nel primo caso, viene fornita da Acea. Secondo i deputati, con la gestione di questa transazione la società capitolina avrebbe incamerato profitti per 5,5 milioni nel solo 2013, dovuti al fatto di essersi fatta riconoscere il 100% dei costi di trasporto quando invece il Vaticano avrebbe richiesto solo il 40% dell’elettricità cui ha diritto. Una somma finita nel mare magnum di tutti gli oneri pagati dagli italiani nella bolletta elettrica. La richiesta di chiarimenti, rivolta al ministero dello Sviluppo, non è stata ancora soddisfatta. Acea, da parte sua, sostiene che «la fornitura di energia al Vaticano avviene nel pieno rispetto della normativa vigente». Ma se tra ministero, Terna, Autorità e Acea si facesse chiarezza una volte per tutte? Anche su San Marino?