Sorpresa Spagna, nel 2015 crescita del 3,2%
Rallenta nel quarto trimestre il Pil Usa (+0,7%). Padoan: il 2016 anno di svolta, il debito scenderà
Dieci trimestri di crescita consecutiva. La Spagna rappresenta ormai quasi un unicum in Europa. Nell’ultimo trimestre 2015, rispetto agli ultimi tre mesi del 2014, il Pil registra un lusinghiero +3,5%, rileva l’Istituto statistico nazionale. Prendendo in considerazione il trimestre precedente, il rialzo è dello 0,8%. E anno su anno l’aumento è del 3,2%.
La «primavera spagnola», dopo una lunga crisi, sembra per ora non conoscere fine. Leggendo in filigrana — è il commento di diversi economisti — si tratta dell’onda lunga di un rimbalzo. Non è un caso che siamo di fronte al maggior rialzo dal 2007. Otto anni fa, un’era geologica. Governo Zapatero. Negli Stati Uniti era appena
scoppiato il «bubbone» dei mutui subprime, ritenuti i detonatori della «Grande Crisi». Fu proprio la Spagna — la cui era economia era eccessivamente «finanziarizzata» — a risentirne da subito il contraccolpo. Negli anni (prima i socialisti, poi i popolari) hanno cambiato il modello produttivo, basandosi
su uno scambio capitale-lavoro che può essere sintetizzato così: è stata smobilitata la contrattazione collettiva creando i «new jobs». Giovani assunti con condizioni reddituali peggiori e contratti ispirati al mantra della flessibilità. In cambio sono ripartite le assunzioni, trainate anche dagli investimenti
diretti dall’estero.
Dall’altro lato dell’Atlantico è arrivato il dato relativo al Pil statunitense. La crescita economica negli ultimi tre mesi dell’anno si è fermata a +0,7% — rileva il Dipartimento del Commercio — dato più basso delle attese degli analisti che la stimavano allo 0,8%. La lettura è unanime: le imprese sono state costrette ad aumentare gli sforzi per smaltire un accumulo di scorte ( la cosiddetta sovracapacità produttiva), mentre le esportazioni sono state penalizzate dall’apprezzamento del dollaro (nei confronti dell’euro e delle altre principali valute) e da una domanda globale modesta. Sull’intero 2015 l’economia Usa ha comunque mostrato una crescita di 2,4%, dato in linea con l’anno precedente. Se il punto di osservazione è l’Italia ci sono da annotare le dichiarazioni del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, che si attende nel 2016 la svolta con una dinamica del debito pubblico che «comincerà a scendere».