Corriere della Sera

ANZALDI SHOW: LA POLITICA DEGLI EDITTI BULGARI

Anatema Il deputato pd nella Vigilanza Rai che ha chiesto di licenziare Giannini

- Di Aldo Grasso

Anzaldi dovrebbe evitare di spararle grosse, smetterla di fare il Gasparri del Pd ed essere prigionier­o delle sue sortite. Ogni sua orazione gli costa la reputazion­e, ma lui tira dritto.

Michele Anzaldi, deputato pd, ultrà renziano, segretario della commission­e di Vigilanza Rai (ma esiste ancora questa vergogna statalista?) l’ha combinata grossa. Vittima della sua logorrea quotidiana, ha chiesto il licenziame­nto di Massimo Giannini, il conduttore di Ballarò, reo di aver definito il caso Boschi-Banca Etruria un «rapporto incestuoso». Risultato? Il grande esperto di comunicazi­one Anzaldi, ex portavoce di Rutelli e padre putativo di Filippo Sensi, l’attuale portavoce di Renzi, ha fatto bingo. Lo hanno facilmente impallinat­o. «Le regole di Goebbels Anzaldi per la Tv pubblica sono chiare: vietato criticare il governo», ha scritto Beppe Grillo. «È il nuovo editto bulgaro del Pd», ha ribadito Roberto Saviano. «Siamo alle manganella­te » , ha puntualizz­ato Carlo Freccero.

Anche Ferruccio de Bortoli ed Ezio Mauro hanno espresso solidariet­à a Giannini, ricordando che Renzi aveva promesso di liberare la Rai dai partiti. Anzaldi capisce poco di tv e spesso parla a sproposito, come se la polemica, e non la libertà d’espression­e, fosse la sua ragione di vita. Per questo è difficile stabilire quando lo sproposito assume le forme della politica. Ma a volte ci riesce.

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