Politici tra i Lego. Meloni: sarò mamma
Sfilano Galletti, Fioroni e tanto centrodestra Gasparri: il futuro dei bambini è cupo, cloneranno Leonardo e butteranno gli altri
ROMA Dall’altoparlante avvertono la folla del Circo Massimo che il piccolo Marco aspetta i genitori sotto al palco. È il settimo bambino smarrito in venti minuti. Ci sono bambini ovunque. Nella zona riservata agli esponenti politici hanno steso sul prato due teli e una decina di creaturine sono lì che giocano allegre con le costruzioni Lego.
Passa il senatore Carlo Giovanardi, chiede permesso e, senza accorgersene, con un mezzo calcetto abbatte un castello. Il bambino inizia a piangere, un fotografo s’inchina cercando di rimettergli diritta almeno la torre, ma intanto s’è scatenato un po’ di parapiglia perché è arrivata Giorgia Meloni.
Il grande capo di Fratelli d’Italia fornisce la prima (lieta) notizia del pomeriggio.
«Beh, sì, insomma: sono qui come esponente politico, come donna e, se le cose andranno bene e Dio vorrà, anche come mamma...».
Auguri grandi... Però questo significa che... «Coraggio, continui». Significa che il bambino nascerà all’interno di una pericolosa «coppia di fatto».
«Okay, d’accordo, non sono sposata: e apprezzo l’ironia... Ma le ricordo che alle coppie conviventi sono già riconosciuti tutti i diritti, esclusa la reversibilità della pensione e il diritto all’adozione... No, scusi: perché mi guarda così? Vuol per caso farmi già pensare al problema della reversibilità?».
Renato Brunetta, capogruppo di FI a Montecitorio: «Qui oggi... Mhmm... siamo un milione... Mhmm... basta fare i calcoli con i metri quadrati... Mhmm... Ma voi le sapete fare le moltiplicazioni, vero?».
Foto ricordo di don Sebastiano, parroco torinese, con Maurizio Gasparri (altri di FI: Giovanni Toti con il gonfalone della Regione Liguria ed Elisabetta Gardini; però certi dicono di aver visto anche Antonio Tajani e Daniela Santanchè).
Tutti i parlamentari sono venuti in ordine sparso, non ci sono bandiere di partito, molto
centrodestra, Maurizio Gasparri è con la moglie Amina e la figlia diciottenne Gaia, che però è per conto suo, dietro alle transenne. Gasparri è in palla. «Qui siamo pochini, ma FI è compatta: il 90 per cento di noi voterà contro il ddl Cirinnà». Voi siete contro... «Contro la stepchild adoption e le adozioni, vogliamo il rafforzamento del divieto di affittare l’utero... E poi, guardi: siamo qui anche perché il futuro di bambini e famiglia è cupo. Quelli prima o poi cercheranno di clonare Leonardo da Vinci e gli altri bambini li butmartini teranno giù dalla Rupe Tarpea...».
Gasparri aveva un umore eccellente, ma il cronista di una tivù privata ha deciso di innervosirlo, provocandolo. Gli chiede se è sicuro che Hiera sia etero. «E che ne so?», risponde Gasparri accarezzando Hiera, la sua cagnolina.
L’unico del Pd, come annunciato, è Giuseppe Fioroni. Quelli della Lega invece sono parecchi. Ecco Barbara Salta- (scicchissima nel suo impermeabile grigio) e poi Massimiliano Fedriga, Giancarlo Giorgetti, il capogruppo al Senato Gianmarco Centinaio, Roberto Maroni sotto al gonfalone della Regione Lombardia.
Matteo Salvini spedisce un tweet.
«Il poltronaro ipocrita Alfano alle persone del Family Day: “Sono con voi”. E intanto sostiene il governo delle adozioni».
Effettivamente il ministro dell’Interno, che è anche lider maximo di Ncd, poco fa ha spedito un cinguettio piuttosto emblematico (era con l’organizzatore della manifestazione, il professor Massimo Gandolfini, e con Enrico Costa, il neoministro ncd agli Affari regionali con delega alla Famiglia). Appoggio pieno. «Direi sfacciato» (questo è Gasparri, che intanto è tornato). Sfacciato: perché? «Beh, prima Alfano incassa da Renzi una bella manciata di incarichi a Palazzo Chigi, e poi spedisce i suoi qui, compreso il ministro Galletti... Capisco che quei due voti che prende Ncd, li prende probabilmente in questa piazza, però...».
E allora sentiamo Roberto Formigoni (maglioncino viola come gli stivali di gomma con punta pitonata).
«Perché siamo qui? Ma perché il ddl Cirinnà introduce, nei fatti, quell’orrore che è il matrimonio tra gay».
Come lo definirebbe, lei, un gay?
«Il gay è una persona, esattamente come un etero».
Sì, però provate a mettere due gay da soli su un’isola deserta: come fanno a fare un figlio?
Questa è la battuta del pomeriggio: Giovanardi copyright (sull’argomento omosex spesso ruvido, anche se poi una volta, a Porta a porta, raccontò commosso che sua figlia s’era fidanzata con un ragazzo di colore, rasta, forse gay, e già sposato con un altro uomo).
Tiggì in coda da Gaetano Quagliariello di Idea (un passato da radicale: e uno sguardo, a tratti, perplesso) e Renato Schifani di Ap. Lorenzo Cesa e Altero Matteoli, ignorati. Parecchi sindaci. L’ultracattolica Paola Binetti non si scompone se le viene sottolineato che è sulle stesse posizioni di Simone Di Stefano, vicepresidente del movimento di estrema destra Casa Pound (Gandolfini li aveva pregati di non venire, ma loro hanno risposto: «Me ne frego!»). Poi si inizia. Il primo a salire sul palco è Mario Adinolfi (due figli, due mogli — l’ultima sposata in un hotel di Las Vegas — politico, giornalista, giocatore di poker e blogger).
Parla tre minuti. E chiude con la frase che diventerà il mantra minaccioso di questo Family Day: «Renzi, attento, ci ri-cor-de-re-mo!».
(Con Renzi erano insieme ai tempi dei giovani Popolari, ma poi sembra che Renzi lo abbia fregato ad un congresso: tanto livore, nascerebbe lì).