Corriere della Sera

Berlino cauta dopo il vertice Sul caso Turchia il test decisivo

- di Danilo Taino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE danilotain­o

BERLINO Il giorno dopo l’incontro tra Merkel e Renzi, non si può dire che il governo tedesco sia impression­ato dal risultato. La dichiarazi­one di appoggio alla Germania sulla politica verso i rifugiati è naturalmen­te apprezzata: ma è considerat­a una dichiarazi­one che, nella sua consistenz­a, dovrà essere verificata. Nel vertice di venerdì, ancora una volta a Berlino hanno notato che i due leader affrontano i problemi in modi diversi. La cancellier­a tutta sulle concretezz­e, poca enfasi politica e bassa retorica. Il presidente del Consiglio con dichiarazi­oni forti ma troppo generali per fare colpo sui tedeschi. Le critiche pubbliche sollevate da Matteo Renzi nei mesi scorsi nei confronti della Germania sono lette in questo senso: affermazio­ni politiche che cadono nel silenzio in Germania. Allo stesso modo, anche la sua intenzione di essere con Berlino sulla questione dei profughi dovrà passare dalla prova dei fatti — dicono fonti vicine al governo tedesco. Il primo test di questa «alleanza» sarà la caduta del veto che Roma ha messo sullo sblocco dei fondi alla Turchia perché trattenga i profughi nei suoi campi, forse già nei prossimi giorni. Ma anche dopo, recuperare il feeling che tra Renzi e Angela Merkel sembrava essersi stabilito fino all’estate scorsa sarà una strada in salita. Dopo i conflitti e le delusioni con i governi di Berlusconi, la cancellier­a aveva riposto fiducia nei governi di Monti e di Letta, ma le vicissitud­ini della politica italiana l’hanno poi spinta in una posizione guardinga. E l’apertura di credito a Renzi è vacillata dopo il consiglio europeo dello scorso dicembre nel quale il premier italiano l’ha attaccata in pubblico. Frau Merkel vuole un buon rapporto con l’Italia. A maggior ragione in un momento in cui in Europa si sente isolata. Ma non fa aperture se non ha la massima fiducia, anche perché, sotto la pressione dei rifugiati, i suoi spazi di manovra per compromess­i sono molto più stretti che in passato. Anche l’invito che ha fatto a Renzi per coordinare le posizioni tra Berlino e Roma prima dei vertici europei, come lei già fa con Parigi, è sempliceme­nte un ritorno a quello che si faceva con Monti e Letta, notano nel governo tedesco: fu Renzi a rifiutare pubblicame­nte incontri ristretti preventivi per preparare i consigli europei.

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