Corriere della Sera

Cruz il crociato punta all’Iowa E ora spaventa anche Trump

L’ascesa del repubblica­no che tuona contro Washington (ma lavorava per Bush)

- DAL NOSTRO INVIATO Massimo Gaggi

AMES (IOWA) «Cancellerò ogni singolo paragrafo della riforma sanitaria di Obama, distrugger­ò l'Isis, guiderò la resurrezio­ne spirituale di questo Paese. Ci riuscì Reagan, ce la faremo di nuovo». La gente — almeno 500 persone, padri e madri della destra religiosa dell’Iowa arrivati nell'auditorium di Ames tenendo i bambini per mano e i neonati in braccio — applaude entusiasta. Ma l’applauso diventa ovazione quando Ted Cruz, un campione dell'integralis­mo che sembrava destinato a un ruolo di secondo piano e che invece è diventato protagonis­ta nella campagna elettorale, promette meno Stato, aliquote contenute e una «flat tax» uguale per tutti: «La dichiarazi­one dei redditi la farete

Le promesse Vuole «cancellare la riforma sanitaria e guidare la resurrezio­ne spirituale dell’America»

su una cartolina». Visto che la gente lo incita, il senatore ultraconse­rvatore texano si esibisce in una di quelle sparate che, per quanto inverosimi­li, l’hanno reso popolariss­imo fino a portarlo in testa ai sondaggi, almeno in Iowa (una «pole position» forse persa nelle ultime ore per la reazione furibonda di Donald Trump): «Così possiamo chiudere l’Irs» gigioneggi­a Cruz citando l’amministra­zione che gestisce il Fisco Usa. «E coi suoi novemila dipendenti, sapete cosa ci facciamo? Li mettiamo tutti in fila alla frontiera col Messico. Ve l’immaginate la faccia di quei clandestin­i che hanno camminato per centinaia di chilometri per venire illegalmen­te da noi? Finalmente arrivano e si trovano davanti un funzionari­o del Fisco. Che possono fare? Scappano via e tornano indietro urlando!».

La gente ride e applaude. Nessuno sembra trovare fuori luogo il sarcasmo sulla sofferenza dei diseredati. Nessuno considera grottesca la sortita di quello che è sicurament­e il personaggi­o più inquietant­e della campagna elettorale Usa. Ben più di Trump che si muove in politica come nel mondo degli affari, che straparla ma per alzare gli ascolti, non per fanatismo o convinzion­i ideologich­e che non ha. Cruz, invece, è davvero un crociato. Uno che per combattere le cellule dell'Isis con i «bombardame­nti a tappeto» che cita con tanta disinvoltu­ra, rischiereb­be di trascinare l'America e il mondo nel temutissim­o scontro di civiltà della profezia apocalitti­ca di Huntington, qualora dovesse arrivare alla Casa Bianca.

Ipotesi che nessuno prendeva nemmeno in consideraz­ione fino a qualche tempo fa, visto che questo personaggi­o aveva un consenso limitatiss­imo nel suo partito: detestato da quasi tutti gli altri senatori repubblica­ni per le sue posizioni estreme e lo stile istrionico.

Ma Ted, oratore abile e politico non sprovvedut­o, ha trovato il modo di trasformar­e, nell’era del trionfo dell’antipoliti­ca, il suo isolamento nel partito conservato­re in un elemento di forza anziché di debolezza. E ora tuona contro le élite di Washington, contro la vecchia politica, senza temere le obiezioni di chi ricorda che anche lui, laureato in due delle università più elitarie d’America, Princeton e Harvard, fa parte di quel ceto. E che Ted conobbe la moglie Heidi, banchiere di Goldman Sachs, un cardine dell’establishm­ent americano, quando i due lavoravano per George W. Bush.

Acqua passata per l’ancor giovane Cruz (45 anni) che negli ultimi anni si è reinventat­o leader di un’insurrezio­ne politica sotto le bandiere dell’intransige­nza. Una scelta che lui giustifica con la necessità di non accettare compromess­i sulla difesa dei principi di libertà (religiosa, di parola, di armarsi e altro ancora) sanciti dalla Costituzio­ne, ma che gli è servita che per trascinare nel 2013 il suo partito in un disastroso scontro con Obama sul bilancio sfociato in una paralisi delle attività del governo che fece infuriare l’81% dell’opinione pubblica americana.

Da allora Cruz è considerat­o radioattiv­o nel suo partito. Quanto e forse più di Trump che, se vincesse, porterebbe le sue vedute e i suoi interessi imprendito­riali nel governo, ma difficilme­nte si appassione­rebbe alla trasformaz­ione ideologica del «Grand Old Party». Se non la spunterà in Iowa, Cruz potrebbe anche scivolare di nuovo nelle retrovie, ma il calendario gli è favorevole: i primi Stati nei quali si vota — dopo l’Iowa e il New Hampshire, il South Carolina e poi il «super martedì» nel quale andrà alle urne gran parte della cosiddetta «Bible Belt», le terre della Bibbia — sono quelli in cui è più forte la presenza dei conservato­ri religiosi. Partendo bene in Iowa, Cruz potrebbe diventare il vero antagonist­a di Trump.

 ??  ?? Con la moglie Il candidato alle primarie repubblica­ne per la corsa alla Casa Bianca, Ted Cruz, abbraccia la moglie Heidi durante una tappa della campagna elettorale a Ringsted, nello Stato dell’Iowa ( Reuters/ Jim Young)
Con la moglie Il candidato alle primarie repubblica­ne per la corsa alla Casa Bianca, Ted Cruz, abbraccia la moglie Heidi durante una tappa della campagna elettorale a Ringsted, nello Stato dell’Iowa ( Reuters/ Jim Young)

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