Pochi cancellieri e saltano le sentenze
Il rischio, ogni volta che si parla di carenza di organico dei cancellieri, è che sembri la «solita lagna» di statali corporativi. E invece quanto incida sugli interessi dei cittadini lo mostra il paradosso del Tribunale di Bergamo: dove tutti magari seguono il processo Bossetti, ma pochi sanno che i giudici si sono visti costretti a rallentare il proprio lavoro (fare meno processi e dunque far aspettare di più i cittadini) perché le cancellerie, dove manca più del 40% del personale, non sono fisicamente in grado di seguirne la produttività (ogni giudice fa quasi il doppio delle sentenze di un collega di Milano), e anzi sono incorse nella beffa di 13 rilievi degli ispettori del Ministero su omissioni o ritardi. Risultato: i dirigenti del Tribunale hanno appena ordinato ai giudici di alzare il piede dall’acceleratore. E cioè di fare non più 26 ma 18 udienze monocratiche a settimana, di portare in ogni udienza preliminare davanti al gup non più 25 ma solo 12 fascicoli al massimo, di abbandonare e lasciare scadere i processi la cui data di prescrizione sia nei prossimi 2 anni (salvo quelli con parti civili), e di differire al 2018 i processi non prioritari.