Braccialetti elettronici Ne mancano 11 mila
Dai 67.971 del 2010, i detenuti a fine 2015 sono scesi a 52.164: ancora non pari ai circa 49.000 posti di capienza, ma almeno sotto il profilo puramente quantitativo l’Italia comincia ad allontanarsi dalle condizioni che con la sentenza Torreggiani l’avevano vista condannata per trattamento inumano e degradante dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Qualcosa si muove anche sulla qualità del «come» far scontare la pena per far sì che poi la recidiva degli ex detenuti diminuisca e dunque la collettività guadagni in sicurezza: l’anno scorso 39.274 detenuti sono stati ammessi all’esecuzione esterna di parte della propria pena, quasi il doppio di 5 anni fa, anche se ancora non abbastanza si fa per il lavoro, con il quale solo 1.413 di loro hanno potuto mettersi alla prova fuori dalle carceri. E il capo del Dap addita come «uno scandalo che non si riesca a fare questo benedetto nuovo contratto per i braccialetti elettronici: ne avremmo bisogno di 13.000, e invece abbiamo sempre i soliti 2.000» per la cui rotazione c’è una lista di attesa media di 70 giorni.