Il Nonino di Gustafsson e Touraine: il valore della vita è la dissonanza
Che cosa accomuna due preparatori d’uva friulani, un poliedrico scrittore svedese come Lars Gustafsson, gli esponenti di un’associazione che promuove la lettura delle fiabe e un famoso sociologo come Alain Touraine? Tutti vincitori, eccoli sul palco del «Premio Nonino 2016» nelle Distillerie di Percoto.
Scelti da una giuria internazionale, presieduta da V. S. Naipul, originario di Trinidad naturalizzato britannico, Nobel per la Letteratura nel 2002; diversi, per esperienze, età, origini, ruoli. Quel mix di personalità che, di anno in anno, offre corpo, anima e calore a un Premio, fondato nel 1975 da un’entusiasta famiglia («matriarcale») capace di mettere a proprio agio chiunque. Non è casuale che ciò venga sottolineato dai premiati, in apertura del discorso di rito, prima di trasmettere al pubblico almeno uno spicchio del loro pensiero.
Ascoltandoli, restano sul taccuino le parole uomo, umano, umanità. Chi fa un lavoro manuale come Simonit&Sirch (Premio Risit d’Aur 2016) parla di «giusto valore all’uomo al centro del mondo vinicolo». Gustafsson, che riceve il Premio internazionale Nonino 2016, affascinante nel suo essere «inafferrabile» («L’Io che si scopre Nessuno», annotava Claudio Magris nel ritratto a lui dedicato sul «Corriere»), si racconta come battitore libero, fuori da ogni schema, come i personaggi dei suoi romanzi che divagano, riflettono, seguono le loro libere associazioni: «Il valore della vita è la dissonanza».
L’investimento sul «capitale umano» fin dai primi anni di vita è nelle parole di Giorgio Tamburlini , che rappresenta Nati per Leggere, l’associazione di Trieste vincitrice del «Premio Nonino 2016». Antonio Damasio, giurato-tutor, osserva: «In un periodo in cui a tantissimi bambini si lascia apprendere il mondo e la loro stessa umanità da schermi elettronici spersonalizzati, è bene sapere che persone in carne e ossa possono leggere ai piccoli. I quali possono ricevere grandi benefici da un programma progettato per arricchirli individualmente e socialmente».
Alain Touraine (Premio Nonino 2016 «Maestro del nostro tempo»), che ha cominciato a studiare la società postindustriale negli anni Settanta del Novecento, è tentato di dare la società odierna per morta o quasi, nel suo progressivo disgregarsi. I punti di riferimento (partiti, sindacati) vengono meno. «Non ci resta che l’etica. Educando i giovani a diventare creativi, a rispettare — dice — la dignità di ogni soggetto umano».