Stiller difende Cumberbatch: solo satira, non offende i trans
«Sono un sostenitore del mono-matrimonio. Ognuno dovrebbe essere libero di sposarsi con se stesso». Potenza del caso, Ben Stiller arriva a Roma a presentare il suo Zoolander 2».Piuttosto, proprio nel giorno del Family day, e rilancia divertito la battuta che fa pronunciare a Benedict Cumberbatch, la più grande supermodel al mondo, l’androgino All. Il mono-matrimonio che, si precisa nel film, «in Italia è legale». Cosa pensi l’attore newyorkese — nonché comico, produttore e regista — classe 1965, dei diritti della famiglie omosessuali è presto detto: «Chiunque può dare amore può essere un buon genitore si trova a difendere All dalle accuse che la comunità Lgbt ha lanciato da novembre invitando al boicottaggio giudicando il film «una presa in giro esagerata e irrispettosa». «Spero che vedano il film e capiscano che non c’è nulla di offensivo verso i transgender». Girato a Roma («la città più cinematografica del mondo», promossa nonostante traffico e burocrazia da Stiller) Zoolander 2 uscirà da noi il prossimo 11 febbraio distribuito da Universal. Un sequel sui generis: Zoolander non fu un grande successo al box office, è diventato di culto negli anni. E, soprattutto, ha avuto l’effetto paradossale di rendere popolari proprio quella manie narcisiste che prendeva di mira. «Quindici anni fa non esistevano i selfie, mi sento un po’ responsabile», scherza. Le smorfie di Derek Zoolander e Hansel (Owen Wilson) vantano ormai miliardi di imitazioni. Come si è visto ieri sera intorno al red carpet del Moderno The Space con i fan di Stiller, Wilson, Will Ferrell, Christine Taylor e Justin Theroux scatenati a suon di hashtag #ZelfieNight. Rispetto al primo film — realizzato senza legami con il mondo della moda — qui c’è la gara ad esserci. Penélope Cruz, Justin Bieber, Sting, Valentino, Susan Sarandon, Kate Moss, qualche Kardashian: il catalogo è infinito, con la benedizione di Anne Wintour. Due assenze eccellenti: David Bowie ( ahinoi) e Donald Trump. Diventerà presidente Usa? «No, ne sono certo. La sua candidatura è solo un reality show».