Corriere della Sera

Mancini: «Fa troppe battute... Eder? Non cambierà tutto lui»

- Alessandro Pasini

MILANO Lo scherzo è bello quando è il tuo. In una vigilia appianese sorprenden­temente rilassata nonostante il momento complicato, Roberto Mancini fa lo spiritoso su Nagatomo («Spero segni tre gol — dice ai media giapponesi che vivono per Yuto —. In Giappone gli fareste una statua. E anche a Milano»); assolve con classe i cori di scherno subiti dopo la vicenda Sarri («Caricature fenomenali, tra 20 anni le riguarderò come un grande momento»); ricorda che le sue parole su Icardi dopo il Carpi erano solo una battuta: «Ma comunque io quel gol l’avrei fatto davvero...». Si scoccia però se a scherzare è il vecchio amico Mihajlovic. «Ultimament­e fa troppe battute», dice infatti a denti stretti quando gli riferiscon­o l’ennesima puntura di Sinisa. E l’aculeo duole perché la frase sulle figurine rilancia un noto refrain — la sua tendenza allo shopping compulsivo — proprio quando, secondo lui, la realtà di questi giorni è l’opposto: «L’unico acquisto è stato Eder, mentre se ne sono andati Guarin, Ranocchia, Dodò, Montoya e Vidic. Siamo molti meno di prima, in teoria dovrebbero arrivarne altri cinque...». Altra battuta, ma l’irritazion­e verso l’ex compagno di tante battaglie, è chiara.

A parte questo, il Mancio minimizza come sempre. Il momento di flessione? «Non grave». Il derby? «Importante, non decisivo». Il Milan? «Sta meglio di noi» (capito Sinisa?). I presunti screzi con Thohir? «Il rapporto è ottimo. Lui non è il tipo che non dorme se perde una partita, come noi italiani». Rimpianti per gli sceicchi di Manchester che gli compravano tutto? «Anche il City aveva problemi, ha pure preso una multa per il fair play finanziari­o, che a me non piace... Comunque per fare una squadra competitiv­a non bastano 6-10 mesi e noi siamo felici di dove siamo, in linea con le premesse di inizio stagione». Contrordin­e allora: non è vero che questa squadra non è da terzo posto. Anzi: «Vorremo vincere per accorciare su chi ci sta davanti».

E Eder? «Ci può dare una mano, ma non bisogna pensare che cambi tutto da subito. Dovrà ambientars­i». Aiuto di qualità, non taumaturgo, l’oriundo arrivato grazie all’addio di Guarin, match winner all’andata, pare già sulla buona

Roberto Quella su Icardi

(foto) era solo una battuta Comunque io quel gol l’avrei fatto davvero Quanto a Thohir il rapporto con il presidente resta ottimo. Non è il tipo che non dorme se perde una partita

Non siamo gravi «Un momento di flessione, ma non grave. Loro stanno bene. La sfida di stasera importante ma non decisiva»

strada. Ieri in allenament­o — davanti al comproprie­tario del club Handy Soetedjo, al comproprie­tario dell’altra squadra di Thohir, il D.C. United, Jason Levien, e a 300 ultrà entusiasti cui sono stati eccezional­mente aperti i cancelli dell’eremo interista — l’ex Samp ha giocato in linea con Icardi e Ljajic e ha segnato due gol, uno di testa e uno di destro. Mancini non garantisce comunque sul suo impiego dall’inizio, ma se serve la scintilla la mossa pare obbligator­ia. La questione, semmai, è come l’attacco, qualunque esso sia, verrà innescato dal centrocamp­o. Il mistero, finora, è insoluto. Risolverlo proprio contro Mihajlovic sarebbe lo scherzo più riuscito dell’anno.

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