Agnelli all’attacco «I talenti 60 giorni via con le nazionali»
TORINO Un calcio senza ombre e con governanti puliti. Andrea Agnelli invoca la svolta in vista del rinnovo dei vertici delle istituzioni che guidano il mondo del pallone. «Il nostro auspicio è che la prossima squadra di leader, sia in Italia che a livello internazionale, possa portare a uno sviluppo del nostro core business, senza interferenze in molti casi illegittime, criminali e illegali che tolgono la bella immagine che ha il calcio».
Si apre un periodo «di profonda riflessione» che porterà alle elezioni di Cio, Fifa e Uefa e il presidente della Juventus, incontrando gli studenti del Collegio di Milano, ribadisce che «l’attualità non ci può lasciare soddisfatti». Nel mirino ci sono gli scandali della Fifa («È detentrice dei regolamenti del gioco del calcio ma è anche lontanissima dagli interessi dei club») ma anche la realtà italiana, dove «le Procure hanno portato la lente di ingrandimento sulle attività della Lega Calcio, con un procedimento dell’Antitrust», tanto che «è ormai cronaca giudiziaria, non più cronaca sportiva».
Agnelli punta quindi il dito ancora una volta sulla gestione dei diritti televisivi («È denaro
commercializzato da terzi, su cui noi non abbiamo influenza»), poi apre un altro fronte. «Ci vediamo sottratti dalle Nazionali i nostri migliori talenti per 60 giorni all’anno, un unicum nel suo genere. Provate ad immaginare la stessa situazione in un’azienda privata, con i migliori manager prestati per una causa comune come un Mondiale o un Europeo». Un nuovo affondo alla Federcalcio? Fonti bianconere circoscrivono il caso, precisando che si tratta di «una frase che fotografa uno stato di fatto» non di «una valutazione critica dello status quo». La Figc non ha replicato ma da ambienti federali si sottolinea che le società ricevono «un congruo rimborso» da Fifa e Uefa per i giocatori prestati alle Nazionali.
La Juve, intanto, andrà oggi all’attacco del primo posto in classifica. Una vittoria sul Chievo permetterebbe infatti ai bianconeri di tornare, per la prima volta in stagione e magari soltanto per poche ore, in testa al campionato, in attesa del Napoli. In ogni caso, meglio provare di nuovo l’effetto che fa: «È un altro piccolo obiettivo che dobbiamo ben focalizzare» ammonisce Massimiliano Allegri, che ben ricorda (e con lui il suo cappotto) i patemi dell’ultima volta in cui i suoi sono stati impegnati all’ora di pranzo, contro il Carpi prima di Natale. «Bisogna cercare di svegliarsi subito ed essere pronti».
Un successo consentirebbe anche di eguagliare la striscia di 12 vittorie consecutive della Juve di Conte versione 2013-14. Max sostiene che «il record non serve a niente se poi non riusciamo a fare i punti necessari per la quota scudetto» e poi glissa con un sorriso sul suo futuro. «Io qui al 100% anche l’anno prossimo? Non si può dire, domandatelo alla società: ho un contratto fino al 2017 ma se domani mattina mi esonera...».