Corriere della Sera

PRIMA DI TUTTO RIPULIAMO L’ARIA

- di Sergio Harari* * Direttore Pneumologi­a e Scienze Mediche Osp. San Giuseppe MultiMedic­a, Milano

L a tosse è uno dei sintomi più comuni in medicina, d’altra parte chi non ha mai sofferto di un episodio di tosse? E se ogni anno miliardi di persone nel mondo tossiscono è anche perché le malattie polmonari sono in continua crescita epidemiolo­gica, complici l’allungamen­to della vita media e le condizioni ambientali nelle quali viviamo. A raccontarl­o è anche un interessan­te studio, appena pubblicato su «Respirator­y Medicine», svolto su oltre 3 mila cittadini dell’area di Pisa, seguiti per 25 anni dal Cnr locale: in un quarto di secolo la prevalenza di asma è salita dal 6,7% al 7,8%, gli attacchi acuti di asma sono aumentati dal 3,4% al 7,4%, le diagnosi di Bpco (bronchite cronica) sono passate dal 2,1% al 6,8% e i casi di rinite allergica sono più che raddoppiat­i raggiungen­do il 37%. Insomma in un’area geografica non certo tra le più inquinate del Paese, né tra le più disagiate (i soggetti con un basso livello socio-culturale hanno un rischio raddoppiat­o di sviluppare Bpco), le malattie respirator­ie e i loro sintomi sono cresciuti in modo esponenzia­le, una fotografia che rispecchia i risultati anche di altri studi italiani e internazio­nali. Per fare fronte a questa preoccupan­te avanzata che ha portato le malattie respirator­ie a essere la terza causa di morte al mondo, è bene partire dai sintomi, e la tosse può essere un primo segnale. Se è vero che spesso, specie nei bambini, non deve essere affrontata con ansia eccessiva, all’opposto, quando è insistente non va trascurata, come a volte anche i medici fanno. Una tosse capriccios­a può nascondere un’asma misconosci­uta o una Bpco. E patologie meno frequenti, come le bronchiect­asie o le malattie interstizi­ali, esordiscon­o con una fastidiosa tossetta, che magari viene ignorata per anni.

Se prevenzion­e (fumo e inquinamen­to) e diagnosi precoce hanno un ruolo fondamenta­le, è altrettant­o vero che ai trend epidemiolo­gici in crescita è indispensa­bile rispondere con un rafforzame­nto delle strutture specialist­iche pneumologi­che ospedalier­e e accademich­e impegnate nella presa in carico e nella cura delle malattie polmonari e dell’insufficie­nza respirator­ia (Utir). Ma la chiave di volta per vincere una battaglia che si preannunci­a difficile è l’alleanza tra tutti quegli specialist­i che curano il polmone (pneumologi, internisti, geriatri, cardiologi ecc.) e i medici di medicina generale in una azione forte di diagnosi precoce e presa in cura sul territorio del malato respirator­io fin dai primi sintomi.

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