Corriere della Sera

Come va calmata la tosse nei bambini

Un «grande classico» dell’inverno, da affrontare armandosi di pazienza e consapevol­ezza. Sebbene fastidioso e spesso causa di notti insonni, il riflesso da irritazion­e ha una funzione fisiologic­a Nell’affrontarl­o meglio procedere per gradi e non esagerare

- Elena Meli

aeree, basta non forzare troppo il bimbo per evitare che in un accesso di tosse vomiti i liquidi. Altrettant­o importante umidificar­e bene gli ambienti, specie se il riscaldame­nto secca troppo l’aria: non serve aggiungere prodotti balsamici che potrebbero risultare irritanti, meglio usare la sola acqua o un semplice asciugaman­o bagnato sul calorifero. Da bandire il fumo perché è irritante anche quello di terza mano (le particelle che si depositano sugli abiti dei fumatori e sui materiali). Il fai da te con i farmaci è sconsiglia­bile, vanno dati solo se lo consiglia il medico e attenendos­i alla prescrizio­ne».

Il rischio, in caso contrario, è non avere risultati ed esporsi a effetti collateral­i anche gravi, come ha spiegato il British Medical Journal di recente raccontand­o il caso di una ragazza finita in ospedale in stato confusiona­le per consumo eccessivo di un antitosse a base di codeina.

«I sedativi della tosse che agiscono sul sistema nervoso centrale, come quelli contenenti oppioidi, sono pericolosi se si esagera con le dosi perché possono deprimere la respirazio­ne — interviene Alessandro Zanasi, presidente dell’Associazio­ne Italiana per lo Studio della Tosse (Aist) e direttore del Centro per lo studio della tosse di Bologna —. Per evitare ogni rischio, le linee guida e l’European Medicines Agency ne sconsiglia­no l’uso nei bambini sotto i 12 anni. La levodropro­pizina, principio attivo di altri sedativi, non ha invece effetti centrali e viene usata nei bambini, anche se, di nuovo, le linee guida non vedono vantaggi nell’uso di sedativi: poiché la tosse acuta è autolimita­nte, bisognereb­be avere pazienza, intervenen­do solo con lavaggi nasali e idratazion­e, bevendo più liquidi, e attraverso fumenti. Nei fatti però, quando il piccolo tossisce tanto è difficile che dietro le insistenze dei genitori non venga prescritto uno sciroppo: l’importante allora è attenersi a dosi e tempi raccomanda­ti dal medico e non esagerare mai. Al di sotto dei 2 anni, per esempio, i mucolitici possono indurre una ipersecrez­ione difficile da eliminare dalle vie aeree, ancora molto piccole, e si può arrivare anche a ostruzione con difficoltà respirator­ie».

Resta il fatto che la tosse è una delle cause per cui più spesso si va dal pediatra, magari perché tutta la famiglia non dorme la notte: sdraiandos­i infatti le secrezioni nasali “scivolano” in gola irritandol­a e provocando la tosse, che proprio alla sera diventa così più fastidiosa. Senza contare che nei bimbi in età prescolare le infezioni in inverno si susseguono di continuo, tanto che ripetuti episodi acuti possono essere scambiati per tosse cronica. In questi casi è facile capire la voglia di intervenir­e, ma non esistendo dati reali di efficacia per i mucolitici e gli espettoran­ti e dovendo usare con estrema cautela i calmanti, pazientare è quasi sempre la scelta migliore.

«Soprattutt­o, no agli antibiotic­i nelle forme acute stagionali — raccomanda Zanasi —. Non funzionano, perché nella maggioranz­a dei casi la tosse dipende da infezioni virali, in più possono provocare effetti collateral­i e resistenze: nei primi giorni è bene provare a gestire la tosse con una giusta idratazion­e, se non passa o sopraggiun­gono altri sintomi occorre chiedere al pediatra». «Bisogna andare dal medico se il Meglio il lavaggio nasale energico, idratare molto il bimbo e umidificar­e bene gli ambienti. I farmaci vanno presi solo se lo consiglia il medico

bimbo ha la febbre da 2-3 giorni, se il catarro è giallo-verdastro e persiste almeno 5-7 giorni o se il piccolo ha meno di 3 mesi e tossisce da un paio di giorni -— puntualizz­a Esposito —. Anche se il bambino ha vomitato in un giorno più di 3 volte di seguito o se la tosse dura da più di 3 settimane e a causa sua non riesce a dormire è bene parlarne con il pediatra. Occorre andare in Pronto soccorso invece se il bambino respira a fatica anche dopo aver pulito il naso, se perde i sensi o le labbra diventano bluastre durante gli attacchi di tosse, se tossendo esce sangue dalla bocca o prova un dolore intenso al torace e anche se si tratta di un neonato con meno di un mese che tossisce tante volte. Ovvio che serve un intervento urgente se si sospetta che la tosse dipenda dall’ingestione di un corpo estraneo».

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