Corriere della Sera

«FAMILY DAY» E «SVEGLIATI ITALIA»

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Sono i termini con cui sono state battezzate le manifestaz­ioni sulle unioni civili delle ultime due settimane. Con Family day si indicano le iniziative, in Italia finora sono state tre, organizzat­e in difesa della famiglia tradiziona­le. Il nome ha origine dal primo raduno che si tenne in piazza San Giovanni a Roma nel maggio 2007 contro i «Dico» (Diritti e doveri delle coppie stabilment­e conviventi) del governo Prodi. I sostenitor­i del disegno di legge sulle unioni civili, che chiedono diritti per le coppie omosessual­i, hanno chiamato Svegliati Italia le 98 manifestaz­ioni di piazza organizzat­e lo scorso 23 gennaio. Anche questo nome ricorda una manifestaz­ione, «Sveglia, è l’ora dei diritti», organizzat­a nel marzo del 2007.

vuole allargare il solco all’interno del Partito democratic­o, né esasperare le divisioni in seno alla maggioranz­a. E men che meno si vuole che questa diventi una battaglia in grado di lacerare il Paese.

«Siamo in un ritardo inaccettab­ile rispetto agli altri Paesi su questa materia — spiega Boschi ai collaborat­ori — ma io sono convinta che occorra procedere senza contrappos­izioni ideologich­e. In questo modo possiamo trovare dei punti di convergenz­a. Bisogna discutere con tutti e ascoltare tutti, poi, ovviamente, si tirano le somme e si decide perché non si può tornare indietro».

La linea non muta. E Renzi, nella sua veste di segretario del Partito democratic­o, lo conferma ai suoi al Senato: «La politica deve assumersi la responsabi­lità di decidere». Questo significa che non vi sarà nessuno stralcio della «stepchild adoption», come pure

Boschi

Il ministro ai suoi: c’è un ritardo inaccettab­ile ma bisogna evitare gli scontri ideologici

punti ben precisi. Primo tra tutti, ovviamente, quello che riguarda le «stepchild adoption» su cui, come è noto, si registra la massima divergenza. Ma il voto segreto su questo punto specifico della legge, secondo il Pd, può diventare un’arma a doppio taglio. Se da un lato, infatti, può consentire ai grillini e alla minoranza interna di dare un colpo a Renzi, bocciando le «stepchild adoption» senza metterci la faccia, dall’altro lascia la possibilit­à a una parte dei «cattodem» e dei senatori di Area popolare (che raggruppa il Nuovo centrodest­ra e l’Udc) di poter votare a favore.

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