HILLARY La paura di un altro sgambetto e l’ombra delle mail riservate La Signora riparte dal sociale
dal nostro inviato a Des Moines (Iowa) avrebbe evitato volentieri. L’ultimo sondaggio condotto dal giornale Des Moines Register e da Bloomberg è considerato il più attendibile. Hillary è davanti con il 45%, Bernie segue al 43%. La favorita non si fida e fa bene. Libagioni a parte, l’ex first lady sta producendo un grande sforzo sul territorio. Su stampa e Tv nazionali tiene banco il caso delle mail riservate, corrispondenza che Clinton, all’epoca Segretario di Stato, avrebbe gestito su computer e telefonini personali. Si vedrà se queste notizie sposteranno davvero voti.
Intanto l’avversario da battere è il senatore Sanders che, invece, non vuole sentir nominare le mail e che accumula consensi, parlando di sanità, di salari, di lavoro. «Ma questo è il “mio” programma», ripete Hillary. Non a caso i suoi comizi, qui nell'Iowa, iniziano con un argomento variabile e di interesse nazionale, ma l’epicentro resta la parte economicosociale, mentre sicurezza, terrorismo e politica estera restano in fondo. Sabato scorso, ad Ames, nell’Università di Stato dell'Iowa, Hillary ha cominciato con il controllo delle armi, dichiarando pieno appoggio alle misure prese da Obama. Poi, però, ha dedicato almeno venti minuti alla necessità di aumentare la paga oraria, di calmierare il costo delle medicine, citando situazioni specifiche come l’insulina: «Il prezzo è triplicato, non è accettabile». È un’agenda di problemi e di proposte non necessariamente calibrata per l’Iowa. Sembra piuttosto il tentativo di proporre, almeno in questa fase, una leadership di prossimità, attenta alla vita quotidiana, Stato dopo Stato. Poi verrà il tempo, nell’eventuale finale con il contendente repubblicano, per misurarsi sui grandi temi di politica internazionale. Al momento bastano pochi cenni, ormai di repertorio: «Non manderò mai soldati americani in Iraq o in Siria»; «il terrorismo non si sconfigge insultando i cittadini musulmani americani».
A tutto ciò si aggiunge l’operazione simpatia. Sabato scorso ad Ames c’era Gaby Giffords, l’ex parlamentare ferita gravemente alla testa cinque anni fa. Giffords ha chiesto di votare Hillary, con voce incerta, malferma sulle gambe e con il braccio destro ancora paralizzato: il minuto più intenso ed emozionante dell’incontro. Domani, a risultati acquisiti, vedremo se avrà lasciato il segno anche sull’elettorato.
L’ultimo sondaggio La Clinton è davanti con il 45% delle preferenze, Bernie la tallona con il 43%. La favorita non si fida, fa bene