La sfida di Passera alla coalizione e la freddezza di Forza Italia Ma c’è chi spera in un nuovo asse
MILANO « Direi che a questo punto si può parlare di cupio
dissolvi ». Roberto Formigoni, da Area popolare, commenta la giornata: al mattino, c’è la convention di Italia Unica, il movimento di Corrado Passera, candidato a sindaco di Milano. Alla sera, in un ristorante del capoluogo lombardo, il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni per individuare il possibile candidato sindaco. Ieri, Passera ha indicato in modo deciso l’orizzonte di «un centrodestra moderno», da costruire abbandonando « gli egoismi di parte». Al Corriere aveva anche detto di essere al lavoro «per aggregare intorno al nostro programma tutte le forze liberali e moderate della città». Insomma, un candidato ci sarebbe.
Eppure, i commensali del centrodestra non ci sentono. «L’incredibile — continua Formigoni — è che il Berlusconi prima maniera aveva messo insieme di tutto, persino due maggioranze diverse a Nord e a Sud». Il problema è che «Milano è l’unica delle sei grandi città al voto in cui il centrodestra avrebbe potuto battere un colpo. E invece, vincerà Renzi». Tra l’altro, Area popolare un suo candidato l’avrebbe, l’ex ministro Maurizio Lupi. Che però, è il capogruppo di un partito di governo: «Se fosse il candidato — garantisce Formigoni — si dimetterebbe un minuto dopo». Anche Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, allarga le braccia: «Passera sarebbe un candidato perfetto. Io trovo inconcepibile che Berlusconi si avvicini alla linea di Salvini fino a esserne assorbito. Fino al punto di accettare di perdere. Il problema è che Forza Italia si dissolverà».
Ma il centrodestra su Passera è rigido. Salvini lo dice da sempre: «Mai con chi ha distrutto il paese come ministro del governo Monti». Il fatto è che anche un moderato come Paolo Romani (FI), non certo salviniano, non usa parole molto diverse: «Non è in campo. Quelli che han distrutto il Paese, con l’aggravante della presunzione e della prosopopea, non sono in gioco. Oltretutto, han sempre gettato la croce di tutti i mali addosso a noi». Ignazio La Russa, dai Fratelli d’Italia, è appena un po’ meno brusco. Ma ritiene che «Corrado Passera si sia messo su un binario complicato dalla mancanza di umiltà. Temo che il ravvedimento di questi giorni sia tardivo: vuole essere candidato dal centrodestra, ma sempre prendendo le distanze, senza mescolarsi».
Albertini scuote la testa: «Temo che dobbiamo prendere atto che in questo centrodestra non c’è più nulla di moderato. Credo che Bologna (l’appuntamento dello scorso novembre in cui è ufficialmente rinata l’alleanza di centrodestra) abbia certificato la fine di un’epoca. Ma ricostruire non sarà semplice».
Sarebbe un candidato perfetto. Inconcepibile che Berlusconi sia vicino alla linea di Salvini Gabriele Albertini