Orfani d’autore Da Biancaneve a Oliver Twist e Harry Potter Il fascino del trovatello che insegue la felicità raccontato dai grandi scrittori di ieri e di oggi
L’orfano appartiene alla stessa famiglia lessicale dell’orbo. Il bambino senza genitori è un po’ come un cieco, che procede a tentoni nel buio. Figurarsi se la letteratura, sin dalle sue origini, può non essere attratta da un personaggio così affascinante. Perché mettere in scena un giovane solo al mondo (o quasi) è mettere in scena un eroe o un’eroina dalle potenzialità straordinarie: lo sapevano bene i fratelli Grimm, che fecero di Cenerentola e di Biancaneve le vittime designate di matrigne perfide destinate a essere annientate dalla bontà delle figliastre. Il lieto fine delle fiabe è ancora più lieto se il trovatello solitario sconfigge, oltre ai cattivi, anche la propria infelicità di partenza, capovolgendola. Di genitori defunti e di figli lasciati al proprio destino è piena la letteratura per ragazzi: dall’Isola del tesoro a Harry Potter, è una condizione per rendere l’avventura dell’infanzia ancora più perigliosa, edificante e magari lacrimosa. Alzi la mano chi da piccolo non ha versato una lacrima su Senza famiglia e sui vagabondaggi del povero Rémi: «Sono un trovatello, ma fino agli otto anni ho creduto di avere anch’io una madre come tutti gli altri bambini perché, quando piangevo, c’era sempre una Maghetto Harry Potter interpretato da Daniel Radcliffe (attore britannico oggi 26enne) nella saga cinematografica del maghetto di Hogwarts. Con il suo grande successo il personaggio creato da JK Rowling ha confermato la longevità della figura dell’orfano al cinema e in letteratura