La golosità della letteratura e la filosofia della felicità
Il nuovo numero della «Lettura» resta in edicola tutta la settimana Piperno racconta il piacere, accessibile a tutti, che viene generato dai romanzi
Il piacere del sapere, della scoperta, si muove su percorsi infiniti: c’è la sfida delle nuove frontiere, la riscoperta di una sapienza antica, la reinvenzione degli spazi dell’arte, le teorie rivoluzionarie. Si scrive di questo e d’altro, sul nuovo numero de la Lettura, il #218, in edicola da ieri e fino a sabato 6 febbraio (a 50 centesimi, più il quotidiano). Su un godimento che può essere sottile o estremo, quello della pagina scritta, scrive Alessandro Piperno nell’articolo Un bel romanzo è come un cheeseburger: leggere ad alcuni dà un brivido lungo la spina dorsale (come a Vladimir Nabokov), ad altri fa l’effetto di una pietanza che sazia, ma in ogni caso — anche se «all’affabile Zweig non chiederò mai il genio di Musil», scrive Piperno — la narrativa offre un piacere accessibile a tutti, calibrato da lingua, struttura e atmosfera.
Il piacere del sapere, per seguitare la metafora di Piperno, è simile a quello della golosità: Giorgio Montefoschi, nell’intervento su La felicità in comune, approfitta dell’uscita del volume Sulla felicità di Plotino (Einaudi), per una riflessione che va da Lev Tolstoj a Ettore Scola, sulla ricerca, appunto, della felicità: perché i desideri, che spingono all’azione e all’avventura, talvolta conducono a gioie diverse, impreviste, eppure prelibate. Qualcosa di simile si verifica anche nella vita collettiva: secondo il giornalista e saggista Eric Weiner, che lo ha raccontato a Viviana Devoto per «la Lettura», diversità, disordine, discernimento e difficoltà sono gli ingredienti (inaspettati ma non troppo) del genio, così come lo vediamo svilupparsi nel mondo contemporaneo. Proprio la mancanza (di felicità, ma anche di patria, di sicurezze, di mezzi, e così via) stimolerebbe la creazione di soluzioni brillanti. E collettive: si tratti della crisi greca o della Silicon Valley. E dopo un viaggio nelle passioni degli adolescenti con l’autore di bestseller Aidan Chambers (e uno sguardo alle letture dei teenager, che da tempo trainano la ripresa del mercato librario), il Grand Tour sui percorsi del sapere prosegue: e ci porta nella valle delle battaglie, a Jezreel, come scrive Marco Scardigli nel suo articolo, il luogo dove in 4.500 anni hanno combattuto quasi tutti, faraoni, romani, crociati, mongoli, turchi, inglesi; oppure nelle nuove officine creative in tutt’Italia, come l’Asilo di Napoli, il VHS a Palermo o Macao a Milano, le Officine Corsare a Torino o il Lungomare a Bolzano; o ancora nell’Africa inedita e insolita raccontata dal fisico Carlo Rovelli, in trasferta in Senegal; o agli albori della civiltà, per riscoprire, con l’elvetico Johann Jakob Bachofen raccontato da Emanuele Trevi, il potere storico delle donne.
Un viaggio che dalla carta prosegue anche sul web (corriere.it/lalettura), con approfondimenti e gallery fotografiche.