La Lazio segna solo gol non validi nella sfida della mediocrità

L’Udinese trova il punto che cercava per fermare la caduta, la squadra di Pioli manca la possibile svolta

Zero gol regolari ma ben 3 (giustamente) annullati, 2 cartellini rossi (Danilo e Matri), 8 gialli e una bella gazzarra finale che dice tutto sull’aria che tirava ieri nella nuovissima Dacia Arena dell’Udinese. Che avrà pure cambiato nome e messo a nuovo gli spalti, ma quando ospita la Lazio è sempre teatro della solita scena: team manager allontanati dall’applicatissimo Celi e zuffa nel tunnel perché, tesi laziale, i raccattapalle perdevano tempo, remake del film proiettato al Friuli nel 2012 quando, però, si lottava per la qualificazione Champions. Stavolta, invece, Udinese e Lazio hanno lottato

Senza reti Parolo contrastato da Wague (LaPresse) per la mediocrità: c’era chi la bramava come i bianconeri che, reduci da 10 gol subiti in 3 partite, da un ritiro punitivo, con tecnico (Colantuono) traballante e resi inquieti dalla classifica (25 punti, +6 sul Carpi), avevano l’ansia di tamponare un’emorragia; e c’era chi, come la Lazio, giocava per scappare dal grigiore di una classifica né carne né pesce (32 punti, -6 dalla Roma 5ª).

Lo 0- 0 finale premia più l’Udinese, non fosse altro perché si è trovata a giocare in 10 dopo 42’ per l’espulsione di Danilo che con un calcione aveva abbattuto Djordjevic. Lì Pioli ha dovuto fare il secondo cambio (il primo è stato Bisevac, stirato, all’8’) e spedire dentro Matri per vincere la partita-trampolino europeo. In realtà però, dopo un’occasione sprecata da Konko, la Lazio non è più riuscita a tirare in porta nonostante un assedio di 45’ terminato con il rosso (per proteste) a Matri. Anzi, a parte le esultanze strozzate per i gol annullati a Kuzmanovic (fuorigioco) e Matri (fuorigioco e l’altro per un fallo), l’ultimo sussulto lo regala Thereau che, con serpentina e scavetto, fa guadagnare la giornata al portiere laziale Berisha.