Corriere della Sera

La giovane Italia alla prova Sei Nazioni «Macché paura, è un’occasione d’oro»

Bergamasco: «Manca una generazion­e, ma i debuttanti possono diventare una forza»

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La Francia, che ha fatto la rivoluzion­e, ne ha cambiati 8 rispetto all’ultima Coppa del Mondo; l’Italia, che le rivoluzion­i non può nemmeno permetters­ele, si presenta al Sei Nazioni 2016 con 10 esordienti e 15 giocatori che non erano stati selezionat­i per il Mondiale. Tra gli assenti c’è anche Mauro Bergamasco, che a 36 anni e dopo 106 partite (la prima nel ‘98, quando il Torneo per gli azzurri era ancora un’ipotesi), ha deciso di smettere e le mischie e i placcaggi li racconterà in television­e, per Dmax. «Diciamo che fornirò un supporto tecnico emozionale. L’idea mi piace, sono appena uscito dal campo e chissà «Se nasce il giusto mix tra veterani e nuovi ci divertirem­o. Chi vince? Occhio all’Inghilterr­a» Mediano Edoardo Gori , mediano di mischia, apre il gioco. A 25 anni il numero 9 del Benetton è diventato una certezze del rugby tricolore (Ap) per chi è stato chiamato e spero che i nuovi azzurri la prendano al volo. Tra le novità ci sono anche giocatori collaudati, quindi...».

Quindi siamo a cavallo...

«Quindi aspettiamo prima di dare giudizi. È un’Italia tutta da scoprire, ci sono veterani e giovani, dovesse nascere il mix giusto potremmo divertirci

molto anche noi».

La particolar­ità di questo gruppo è l’assenza di un’intera generazion­e: nessuno è nato tra l’85 e l’89. Un caso o significa che appena entrato nel Sei Nazioni il rugby italiano ha lavorato malissimo?

«Nulla succede per caso. È evidente che qualcosa non ha funzionato».

Ora ci sono le franchigie, prima solo il campionato: era sbagliato il sistema?

«I sistemi non sono mai giusti o sbagliati a prescinder­e, un sistema funziona se le persone lo fanno funzionare. Bisognereb­be capire cosa è successo in quegli anni ed evitare di ripetere gli errori. Molti hanno dubbi anche sulle franchigie,

Giusto mix

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