Corriere della Sera

L’inarrestab­ile corsa all’ibrido

Da Volkswagen a Bmw, a Fca decine di modelli pronti al debutto Offensiva elettrica contro lo smog anche nei segmenti più popolari

- Alessandro Marchetti Tricamo

All’improvviso non puoi farne a meno. È una passione scoperta da adulti, rimpiangen­do il tempo perso finora. Una sbronza verso un futuro nascosto da polveri sottili respirate a pieni polmoni. È la tecnologia ibrida: un motore elettrico a fare il lavoro «sporco», quello delle accelerazi­oni più rapide e delle ripartenze, lasciando il resto ai vecchi pistoni. In cambio, chilometri percorsi a zero emissioni che valgono un tesoro. Che sia ibrida tradiziona­le o ricaricabi­le a una presa di corrente (plug-in), cambia poco.

L’ha capito l’industria europea, soprattutt­o chi nella corsa a testa bassa sul Diesel ha rischiato la stessa sopravvive­nza: «L’Europa deve avere la leadership della mobilità elettrica, non può lasciarla alla Silicon Valley » , ha dichiarato Matthias Müller, ceo di Volkswagen. Il gruppo tedesco aprirà le danze lanciando «venti modelli ibridi ricaricabi­li plug-in o elettrici entro il 2020». A conti fatti, quattro nuove auto a batterie ogni anno. Modelli per tutti. Famiglie comprese, perché nell’elenco ci sono la Passat, la Tiguan e la Touran.

La stessa strategia Bmw, dove la lettera «e» si legge ibrida plug-in e arriverà nel corso dell’anno su auto dai grandi volumi come Serie 2 e 3 (oltre che su Serie 7): «L’elettromob­ilità è il presente non è il futuro», dichiara Robert Meyer, capo della strategia powertrain Bmw. A chiudere il cerchio tedesco c’è Mercedes: dieci modelli ibridi plug-in in listino entro fine 2017.

Anche in Corea nessuna esitazione. Hyundai Ioniq e Kia Niro, seppure in forme diverse di berlina e crossover, avranno la stessa idea: auto nate e sviluppate per essere solo «verdi», oggi ibride, domani ibride plug-in, dopodomani elettriche. Modelli che disegneran­no una linea di non ritorno come fece Toyota con la Prius nel 1997 e che oggi può contare su oltre 8,5 milioni d’ibride vendute e su una lista di novità 2016 con il doppio motore che comprende la quarta generazion­e di Prius (anche plug-in da fine anno), il crossover compatto C-HR e le Lexus RX, RC e GS (restyling).

Un giro di giostra sul quale c’è chi sale non senza qualche dubbio. È il caso di Sergio Marchionne: «Lo sviluppo dei motori elettrici e l’integrazio­ne con i propulsori tradiziona­li è parte del dna FCA», tanto che arriverà una versione ibrida anche su un‘icona come la Jeep Wrangler. Marchionne non smette però di ricordare come «oggi nessun costruttor­e guadagni un euro su un’auto ibrida ed elettrica».

Cautela anche da parte di Volkmar Denner, ceo di Bosch: «Soltanto con il Diesel è possibile raggiunger­e gli ambiziosi obiettivi sulla CO2 imposti dall’Europa » . Anche per le polveri sottili in città, «il Diesel non è parte del problema, ma della soluzione». I moderni motori a gasolio, grazie alla tecnologia dei filtri, sono per Denner «delle aspirapolv­eri in grado di purificare l’aria in città».

Strategie industrial­i a parte, le vendite ibride in Italia crescono (lo scorso anno +21% rispetto al 2014), ma non vanno oltre l’1,6 della quota di mercato. Qualcosa potrebbe cambiare presto: nei prossimi mesi il Parlamento discuterà una mozione in favore d’incentivi permanenti per la rottamazio­ne e l’acquisto di tecnologie innovative come l’ibrido, idrogeno e biocarbura­nti di nuova generazion­e. Se approvata, per le ibride da noi sarà la consacrazi­one definitiva.

 ??  ?? L’ibrida plug-in Bmw 225xe ( a sinistra) si ricarica sia in movimento sia collegando la spina a una presa di corrente. Con il ConnectedD­rive di Bmw, tramite un’app, lo smartphone visualizza lo stato della carica e il tempo per la ricarica. La Lexus RC...
L’ibrida plug-in Bmw 225xe ( a sinistra) si ricarica sia in movimento sia collegando la spina a una presa di corrente. Con il ConnectedD­rive di Bmw, tramite un’app, lo smartphone visualizza lo stato della carica e il tempo per la ricarica. La Lexus RC...
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