Truffe degli statali tra sanità e appalti: buco da 4 miliardi
La relazione sugli illeciti commessi nel 2015
Un tesoro di quattro miliardi di euro. È la cifra record del «buco» nei conti dello Stato creata dall’attività illecita commessa da circa settemila dipendenti pubblici. In questa voragine ci sono le truffe nel settore sanitario, i mancati controlli nell’erogazione delle pensioni, gli appalti gonfiati, le consulenze inutili e i doppi incarichi. Sono, questi, gli ultimi dati relativi alle verifiche della Guardia di finanza.
ROMA Da oggi a Montecitorio dovrebbe accadere davvero. Secondo la decisione della presidenza della Camera, che vuole tagliare i costi di questo servizio, dei sette barbieri al lavoro nello storico salone déco, ne dovranno restare solo quattro. Tre verranno destinati ad altri incarichi.
Assistenti parlamentari, si è pensato. Scatenando la polemica sulla promozione arrivata al posto del colpo di forbice per dipendenti che a fine carriera arrivano a guadagnauna re 136 mila euro l’anno. Ma che cosa accadrà davvero nessuno lo sa, neanche i diretti interessati. Nel salone tutto specchi, cui si accede dal fondo dell’atrio della toilette, nessuno sembra avere risposte. «Ancora nulla di ufficiale ci è stato comunicato. Non sappiamo chi andrà e chi no», dicono. Accompagnando le parole con fronti aggrottate e sguardi allusivi. Come dire, meglio non chiedercelo. Insistere è automatico. In fondo per alcuni può sembrare e promozione. Le facce si fanno decisamente interrogative. Come dire, alla romana: « Ma de che? ». E c’è chi fa notare: «Ho sempre fatto questo mestiere. Da quando ero bambino. Non so fare altro...». L’orgoglio, per quello che è considerato un luogo chiave del dialogo tra i politici di diversi partiti, è totale: «Questa Barberia c’è da prima del Parlamento. Qui sono passati tutti. Quando andremo in pensione scriveremo un libro». Pari solo all’indignazione per quanto è stato scritto sui costi di questa struttura: «Sta a vedere che gli sprechi di questo Palazzo stanno tutti qua dentro», mugugnano e di nuovo sguardi allusivi.
Per la decisione dell’Ufficio di presidenza, passata con la sola astensione del forzista Simone Baldelli, dunque, il taglio ci sarà. Ma a fine anno la spesa passerà da 500 mila a solo 300 mila euro. Malgrado il servizio dal 1991 sia diventato a pagamento per tutti i beneficiari del coiffeur: parlamentari, una lista di giornalisti e varia umanità. A prezzi calmierati: 18 euro taglio e messa in piega, 8 euro la barba. Ancora troppo poco. E si fa strada l’ipotesi di esternalizzare il servizio. In altre parole la Barberia resterebbe, ma al lavoro ci sarebbero altri parrucchieri. Loro su questo non commentano, anche perché non sono autorizzati: «I dipendenti non possono rilasciare dichiarazioni», dicono all’ufficio stampa. Nè da barbieri, nè da assistenti parlamentari.