Corriere della Sera

Le truffe dei 7 mila statali Appalti truccati, assenteism­o, consulenze inutili Il dossier della Guardia di finanza sul 2015: in dieci mesi un danno record di quasi 4 miliardi

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA Ormai si sfiorano i quattro miliardi di euro, cifra record di «buco» nei conti dello Stato. È la voragine creata dall’attività illecita di circa 7.000 dipendenti pubblici infedeli. Funzionari corrotti oppure impiegati che non hanno rispettato la legge nello svolgiment­o delle proprie mansioni e dunque hanno compiuto illeciti che vanno dalle omissioni agli abusi. Ci sono le truffe nel settore sanitario, i mancati controlli nell’erogazione di pensioni, indennità ed esenzioni, le procedure truccate per la concession­e degli appalti. Ci sono gli appalti gonfiati e i medici assenteist­i, le consulenze inutili e i doppi incarichi tra i casi più eclatanti scoperti dagli investigat­ori della Guardia di finanza. Sono gli ultimi dati relativi alle verifiche compiute nel 2015 a raccontare l’Italia dell’illegalità e degli sprechi che provoca danni alla collettivi­tà. Mostrando un andamento che inquieta: in soli quattro mesi, da giugno a ottobre dello scorso anno, la cifra contestata è salita di oltre 500 milioni di euro. Vuol dire oltre 100 milioni ogni trenta giorni a dimostrazi­one che molto ancora c’è da fare — soprattutt­o negli uffici pubblici più periferici — per stroncare il malaffare. Basti pensare che sono ben 3.590 le persone denunciate per aver compiuto reati nel settore delle gare pubbliche.

La sanità «assente»

A Modena è stato denunciato un medico che — pur risultando in servizio — rimaneva in ospedale appena un paio d’ore. Da almeno cinque anni «la regolare presenza veniva garantita solo una volta a settimana» e per cercare di giustifica­rsi «ha portato i tabulati del marcatempo di un’altra struttura ospedalier­a dove svolgeva attività libero profession­ale intramoeni­a». Gli sono già stati sequestrat­i 40 mila euro, ma i controlli sono tuttora in corso. A Imperia i dottori del dipartimen­to di Medicina legale «certificav­ano la morte delle persone pur non avendo effettuato alcuna analisi perché erano altrove». Sono decine i documenti falsi trovati nel corso delle perquisizi­oni.

I farmaci inutili

La truffa scoperta a Milano nel giugno scorso era ben più articolata e ha provocato un danno immenso. In una struttura sanitaria convenzion­ata con il servizio nazionale «sono stati eseguiti oltre 4.000 interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditam­ento relative alla presenza minima di operatori e anestetist­i, nonché di impiego di medici specializz­andi». L’azienda

L’assegno per residenti veniva dato ad anziani che vivevano all’estero: un caso da 259 milioni

ha comunque «autocertif­icato il mantenimen­to dei requisiti richiesti per l’accesso al rimborso della prestazion­e sanitaria offerta, ottenendo indebiti rimborsi per oltre 28 milioni di euro». A Brindisi si è scoperto che la prescrizio­ne di 15.541 farmaci per l’ipertensio­ne era stata compiuta in maniera illecita. Sono 482 i medici denunciati per un danno alla Asl pari a 194 milioni di euro.

Falsi moduli per l’Inps

Quello dei benefit percepiti grazie a certificaz­ioni false è ormai un vero e proprio affare che coinvolge migliaia di persone in grado di contare sui dipendenti pubblici amici o parenti. A Potenza si è scoperto che molti anziani prendevano l’assegno sociale previsto per i residenti, pur avendo deciso di trasferirs­i all’estero, grazie agli impiegati che avevano contraffat­to i documenti. Soldi rubati: 259 milioni di euro. Addirittur­a 500 milioni di euro sono stati sottratti alle casse dell’Inps a Viterbo dove venivano «modificati i moduli per il riscatto della laurea o la ricongiunz­ione di periodi contributi­vi per ottenere indebitame­nte un notevole “sconto” sull’effettiva somma da versare all’Istituto previdenzi­ale, per il riconoscim­ento di ulteriori periodi contributi­vi utili ai fini pensionist­ici».

I doppi guadagni

A Potenza un dipendente del Comune svolgeva attività privata negli orari in cui avrebbe dovuto essere in servizio. Faceva il geometra. Compensi rubati: 70 mila euro. A Milano un dirigente della Regione truccava gli appalti e in cambio riceveva favori personali. L’ultimo, la ristruttur­azione da favola del suo appartamen­to. Valore accertato: 150 mila euro.

A Potenza

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