I consigli per superare il panico
Iconsigli per vincere la paura generata dal crollo delle Borse. La guida del Corriere per superare il timore di mandare in fumo risparmi, investimenti e progetti. O quello di precipitare di nuovo in una crisi che si pensava fosse (faticosamente) alle spalle.
«La caduta delle borse di questi giorni rischia di scatenare reazioni puramente emotive, che possono solo peggiorare la situazione». Michele Cucchi, psichiatra, direttore del Centro medico Sant’Agostino di Milano che si occupa di fornire servizi psichiatrici e psicologici a costi accessibili, mette in guardia da atteggiamenti avventati di fronte all’andamento incerto dei listini: «Una delle prime conseguenze della paura è un blocco totale, il panico infatti è una sorta di arresto motorio in risposta a un tornado di tensione tutto interno. La reazione che ne consegue è un senso di impotenza». Proprio per questo la paura, però, è cattiva consigliera: «Sotto pressione le sensazioni si “trasformano” ai nostri occhi in dati oggettivi e possiamo finire per valutare come catastrofica una condizione che, per quanto difficile, può essere recuperata se valutata nel tempo, cambiando angolatura — afferma lo psichiatra —. Questo succede perché il nostro cervello emotivo prende il sopravvento e una percezione alterata induce l’errore nella decisione. Le nostre valutazioni diventano inattendibili».
Si spiega così, secondo Cucchi, il pessimismo di cui possiamo finire preda di fronte alle oscillazioni di spread e listini: «In alcune persone prevale il vissuto della impossibilità a tollerare l’accaduto, del fallimento, e l’emotività si sposta dall’ansia al senso di vuoto». Tutto ciò può portare a vedere le cose molto più nere di come sono, con conseguenze potenzialmente fatali: «Le persone non considerano più tutti i fattori, si parla in questo caso di cecità selettiva, e così decisioni radicali diventano le più scontate e ragionevoli. Un simile errore di percezione nei casi peggiori può determinare gesti estremi». Sarebbe sbagliato, però, pensare che per evitare di incorrere in questa spirale distruttiva basti fare appello alla pura razionalità: negare il proprio vissuto emotivo è inutile. «I neuroscienziati ci spiegano che per prendere decisioni complesse si devono integrare i segnali emotivi, talvolta impliciti, non tracciabili a livello cosciente, con il ragionamento cognitivo — chiarisce Cucchi —. È solo questo il sistema che ci permette di tenere in considerazione la enorme quantità di informazioni che il nostro cervello razionale non riuscirebbe a processare». In termini pratici serve soprattutto sangue freddo: «Prendere tempo per ascoltarci meglio — consiglia —. Esiste una via rapida, un corridoio dove corrono informazioni grossolane, che usano le emozioni, che porta ad agire d’impulso e talvolta ci salva la vita; ma nei momenti di grande instabilità emotiva ha bisogno di aspettare la via lenta, quella della riflessione, che arriva dopo e porta tutte le sfumature di significato».