Corriere della Sera

La famiglia: al funerale nessuna autorità

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o

Vogliono una cerimonia semplice, informale, libera. «Come Giulio». Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori del ricercator­e ucciso al Cairo, hanno così chiesto al sindaco di questo paesino silenzioso e discreto della Bassa friulana, Fiumicello, di dirlo a tutti. «Preferisco­no evitare la solennità dei funerali di Stato: mi hanno incaricato di comunicarv­elo», ha calibrato le parole Ennio Scridel che sta vivendo il lutto di Giulio con gli occhi spesso umidi. Nessuna alta uniforme, nessuna autorità in quanto tale. Governanti, professori, studenti, lavoratori, disoccupat­i, artisti, ricchi e poveri, potenti e deboli. Tutti uguali davanti alla bara del giovane accademico. «Perché questo era il mondo che voleva».

Fiumicello aprirà le case private agli ospiti che vengono da lontano, mettendo a disposizio­ne letti e facendo la spola con l’aeroporto. Sarà una cerimonia cattolica, celebrata venerdì nella palestra comunale, aperta alle comunità musulmana ed ebraica. «Qualcuno di noi sarà presente», ha assicurato Touridi Abdeljail del vicino centro islamico di Terzo. «Chiederò al nostro referente Mila Gli abitanti di Fiumicello, in provincia di Udine: è il paese di origine di Giulio Regeni dove venerdì saranno celebrati i suoi funerali udinese di andare», si è unito Alessandro Salonichio, presidente della comunità ebraica di Trieste, responsabi­le per l’intera regione.

Anime religiose e anime laiche. E quei funerali di Stato che fanno discutere. «Nessuno li ha comunque proposti alla famiglia», precisa l’assessore alla cultura Bruno Lasca, in contatto con i genitori che si sono chiusi nella loro casetta a due piani dal cancello sempre aperto. Questione delicata quella delle pubbliche esequie, perché a deciderla deve essere il Consiglio dei ministri ma ci sono di mezzo i rapporti con l’Egitto. Il Cairo tende ad accreditar­e l’ipotesi della criminalit­à comune che mal si concilia con la forma solenne dello Stato.

«Paola e Claudio sono comunque aperti a tutto — ha riferito Wanda Gomiselj, moglie del pittore Ivan Bidoli che è stata a lungo con loro —. Dicono che continuera­nno l’opera di Giulio. Il ragazzo voleva scrivere sulla vita di mio marito. Lo farà Paola, cercando la registrazi­one di un’ora e mezza fatta da Giulio il giorno prima della scomparsa. Dice che al Cairo sono stati trattati molto bene».

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