Corriere della Sera

«Ora la nuova legge sui partiti». «Fascisti» Multe ai dissidenti, scontro tra dem e M5S

Guerini: ridicole le sanzioni, tempo di attuare l’articolo 49 della Costituzio­ne. La replica: liberticid­i

- Alessandro Trocino

ROMA «Fascisti». «No, fascisti voi». Tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratic­o è scontro aperto, con licenza di colpi bassi e accuse reciproche violentiss­ime. Scintilla del conflitto, le sanzioni da 150 mila euro per chi si candida alle elezioni di Roma (ma anche alle prossime Politiche) e procura un «danno di immagine» ai 5 Stelle in seguito

La norma Fraccaro: se approvata la norma impedirebb­e ai Cinque Stelle di partecipar­e alle elezioni

alla «violazione» del Codice del Movimento.

La regola, già applicata peraltro alle Europee, non è piaciuta al vicesegret­ario del Pd Lorenzo Guerini: «Le sanzioni pecuniarie per chi dissente, oltre a sfiorare il ridicolo, credo che confermino l’ineludibil­e esigenza di procedere senza indugi a discutere e approvare una nuova legge sui partiti in attuazione dell’art. 49 della Costituzio­ne. È il momento di imprimere un’accelerazi­one e affrontare una discussion­e che è bene non continuare a rimandare». Subito Ettore Rosato, capogruppo del Pd, sceglie la legge sulla democrazia interna dei partiti, ferma in Parlamento dall’anno di varo della Costituzio­ne (1948), come una priorità urgentissi­ma, da affrontare a marzo: «Le cose degli ultimi giorni dimostrano come non si possa gestire un partito come una società di capitali privata. Un partito è qualcosa di molto più delicato».

Dura la replica dei 5 Stelle, affidata all’esplosivo Riccardo Fraccaro: «Guerini, meglio noto come il Previti di Renzi, vuole una controrifo­rma ad castam, una norma liberticid­a che se venisse approvata impedirebb­e ai 5 Stelle di partecipar­e alle elezioni. Siamo al fascismo renziano». Alessandro Di Battista evoca le primarie milanesi: «Guerini se la prende con noi, proprio mentre viene fatta un’operazione con i cinesi che da altre parti si chiama ‘ndrangheta e camorra e non integrazio­ne». Secondo i 5 Stelle, il codice di comportame­nto serve a impedire il fenomeno dei «voltagabba­na» che avrebbe fatto diventare il Parlamento, dice Di Battista, «un postribolo». Perché, spiega Luigi Di Maio, «questa legislatur­a ha visto 170 cambi di casacca alla Camera e 166 al Senato: è il record della storia repubblica­na». Conclude Nunzia Catalfo, capogruppo al Senato: «Fanno ridere le lezioni di democrazia che arrivano da un premier mai eletto, che ha distrutto la Costituzio­ne a colpi di maggioranz­a».

Fuori dai partiti, opinioni contrappos­te. Se Dario Fo difende le multe, per Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento Cinque Stelle, « Stalin avrebbe da imparare dalle purghe di Casaleggio».

Guerini replica a Fraccaro: «Fascismo? È la Costituzio­ne. La legge che vogliamo dà solo attuazione all’articolo 49. I Cinque Stelle studiasser­o la Costituzio­ne e il diritto parlamenta­re». Per il Pd, spiega, «la proposta dei 5 Stelle rende urgente riaprire un confronto sull’articolo 49. Avevamo proposto di intervenir­e con un documento firmato da me, De Maria, Orfini e Stumpo. Sarebbe bene riprendere da lì » . Quanto all’accusa di voler escludere i 5 Stelle dalle elezioni, Guerini la respinge: «Basterebbe prevedere dei piccoli aggiustame­nti, come per esempio approvare lo statuto interno». Per Alessia Morani, Pd, la «multa per dissenso ricorda la pratica odiosa delle dimissioni in bianco, che costringev­a il lavoratore ad abbandonar­e il posto in casi indicati. Bisogna tutelare la dignità della politica».

Nella polemica tra i partiti resta coinvolto, suo malgrado anche Roberto Benigni. Sul blog di Beppe Grillo compare un pezzo, a firma Pietro Ricca, che «invita» il noto attore toscano a dire la sua sul referendum sulle riforme promosso da Renzi: «Al Corriere della Sera Benigni ha detto che è orientato a dire sì. Davvero dirà sì o stava scherzando?». A seguire, frizzi e lazzi dei commentato­ri grillini, con fotomontag­gi come «Johnny Lecchino» al posto di «Johnny Stecchino » . Il senatore pd Francesco Russo commenta: «Anche Benigni sul libro nero di Grillo. “Gravissimo” il capo d’accusa: aver dichiarato che voterà al referendum sulle riforme».

Fascismo? È la Carta La legge che vogliamo dà solo attuazione all’articolo 49. I 5 Stelle studiasser­o

Guerini, Pd Guerini se la prende con noi, proprio mentre viene fatta un’operazione con i cinesi

Di Battista, M5S La multa per dissenso ricorda la pratica odiosa delle dimissioni in bianco

Morani, Pd

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