Corriere della Sera

L’incognita dell’articolo 3 tra riferiment­i al matrimonio e «anticipi» sulle adozioni

- di Dino Martirano

ROMA Il disegno di legge Cirinnà è composto da tre titoli e da 23 articoli. Il Titolo I ( unioni civili tra persone dello stesso sesso) comprende l’articolo 5 sulla «stepchild adoption» (l’adozione del figlio del partner) anche per le coppie di omosessual­i. In Senato, dunque, tutti si preparano al voto segreto sul tema della discordia. Le adozioni, appunto, previste all’articolo 5. Ma il percorso della legge è disseminat­o di trappole, e prima ancora si dovrà votare l’articolo 3 (Diritti e doveri derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso) che già contiene, al comma 4, il via libera alla «stepchild adoption».

La trappola

Quando scatterà il boato delle opposte fazioni? Il momento della verità sull’adozione arriverà già con la votazione degli emendament­i all’articolo 3. In particolar­e con il voto sulla «ghigliotti­na» presentata dai cattolici Dem (Collina, Lepri ed altri) che punta a sabotare in anticipo la « stepchild adoption», tagliando i ponti costruiti tra matrimonio e unioni civili tra omosessual­i.

Coniuge

L’articolo 3 prevede che tutte le leggi in cui compaiano le parole «coniuge» o «coniugi» si applicano poi anche «ad ognuna della parti dell’unione civile». Tutte le leggi, esclusa quella sull’adozione ordinaria dei figli di terzi prevista (oggi e in futuro) solo per chi è sposato (Titolo II della legge 184/93). Ma una distrazion­e, o una mossa tattica di chi ha scritto l’articolo 3, ha fatto sì che l’esclusione non riguardi il Titolo IV della medesima normativa sulle adozioni: ovvero quella sulla «stepchild adoption» richiamata dall’articolo 5. Per farla più semplice, i cattodem hanno scovato questo punto debole del testo (o di forza, a seconda dei punti di vista): se passa l’emendament­o Collina alle «parti dell’unione civile» sarà interdetta non solo l’adozione ordinaria (figli di terzi) ma anche quella speciale ( figli del partner). E questo potrebbe succedere con largo anticipo rispetto alla battaglia sull’articolo 5.

Buona fede

«Abbiamo preso atto che già con l’approvazio­ne dell’articolo 3 verrebbe approvata la stepchild adoption, senza arrivare all’articolo 5», ha detto in aula Stefano Lepri del Pd. Che poi ha aggiunto: «Nessuno degli estensori e dei firmatari del disegno di legge ha smentito per cui siamo portati a ritenere che quanto da noi affermato sia vero. Io credo sempre alla bontà dell’interlocut­ore per cui mi aspetto che prima del voto la buona fede sul punto venga pubblicame­nte assicurata». Diversamen­te, conclude Lepri, «resterebbe lo spiacevole sospetto della furbizia e del trucco, particolar­mente malevoli in quanto a danno del Parlamento».

Legge strabica

Se l’articolo 3 modificato vieterà la « stepchild adoption», cosa succederà quando si voterà l’articolo 5 che invece la rende possibile anche per le unioni civili? Il rischio è quello di produrre una legge strabica, irragionev­ole, contraddit­toria. In quel caso, la Camera dovrà correggere il Senato. Ma prima di votare sulle adozioni, ci sono ben altre trappole. Oggi terrà banco la proposta di non passaggio agli articoli del leghista Roberto Calderoli ( una vera bomba che può disintegra­re il testo) e, a seguire, se non regge l’accordo Pd-Lega sul disarmo bilaterale degli emendament­i, il supercangu­ro del renziano Andrea Marcucci. Un’arma letale che da sola può dare il via libera al testo Cirinnà ( con tanto di « stepchild adoption») cancelland­o con un voto il percorso ad ostacoli degli emendament­i e dei mille scrutini segreti.

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