Le grandi griffe scrivono al governo contro Alibaba
( f. sav.) La richiesta — esplicita — arriva da Indicam, l’istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione. Ed è stato condiviso da Sistema Moda Italia. Potremmo sintetizzarlo così: il maggior portale di e-commerce al mondo, il cinese Alibaba, reclamizza oltre il 60% di merci contraffatte. False. Scrive un report diffuso dal governo cinese, che quindi non può essere tacciato di partigianeria. Non è un caso ad esempio che il colosso francese KKR (che ha in portafoglio anche il marchio Gucci) abbia promosso una causa contro Alibaba per violazione della proprietà intellettuale. Urge pertanto — scrivono le due associazioni — che il governo se ne occupi. Che smonti l’accordo del 2014, condito persino di missione istituzionale alla presenza del premier Matteo Renzi e del ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Che prevedeva la promozione commerciale del made in Italy sulla piattaforma creata da Jack Ma ( foto). Il peso di Indicam e di Sistema Moda Italia è rilevante: sono 50 mila le aziende associate, con oltre 400 mila addetti. Mentre la piattaforma di Alibaba è talmente pervasiva perché racchiude una serie di piattaforme online (Aliexpress, Tmall, Taobao) tali da insinuarsi negli infiniti rivoli del commercio elettronico, C’è da aggiungere il fenomeno distors i vo dell’uso dei social network. Spesso i prodotti contraffatti diventano virali perché segnalati su Wechat.
Gattai, Minoli, Agostinelli: apre lo studio a Londra
( f. sav.) La nuova sede è a Mayfair, in Mount Street. La volontà è di intercettare la domanda di Italia da parte degli investitori esteri. Lo studio legale Gattai, Minoli, Agostinelli&Partners ha deciso di aprire a Londra, iniziando il processo di internazionalizzazione. Lo studio — che si occupa principalmente di operazioni di fusione/acquisizione, private equity e immobiliare — avrà come responsabile il partner Cataldo Piccarreta che guiderà una squadra di tre professionisti provenienti da altri studi legali italiani, tra cui Matilde Vergallo, ex CBA e Maria Pia Palma che arriva da Legance. Piccarreta così torna a Londra dove ha lavorato per Dewey Ballantine
Gli investitori usciti allo «scoperto»
( d. pol.) Portano il nome di JP Morgan, Elliott capital, Echo Street, Aqr, solo per citarne alcuni, gli investitori che, in proprio o per conto terzi, hanno lavorato di più sul listino scommettendo sul ribasso dei titoli. È quanto emerge dalle comunicazioni alla Consob relative, per esempio, a lunedì 8. Ubs am ha aumentato lo scoperto su Autogrill fino all’1,03%. Segno che alcuni investitori sono convinti che ci sia ancora spazio per un ulteriore ribasso. Hanno seguito la stessa strada i fondi Usa di Marshal Wace che hanno puntato sul ribasso delle banche: Mps, Carige e Ubi. C’è però anche chi è convinto di aver guadagnato abbastanza su quel 25% del valore perso dal listino da inizio anno. Adage Capital ha ridotto la posizione corta su Fca portandola allo 0,76%.