Corriere della Sera

Le Pantere nere di Beyoncé, un caso politico

La destra repubblica­na contro la coreografi­a paramilita­re che evoca il «Black Power»

- Matteo Persivale

— e molto discusso sui social media — del New York Times che sfotteva il cantante Chris Martin), ma soprattutt­o facendo esplodere una polemica tutta politica in quest’anno elettorale. Con i repubblica­ni furibondi per lo show del Super Bowl che richiamava così direttamen­te gli anni 60 e 70 del Black Power, il potere nero militante dei ghetti, i democratic­i attenti a non fare passi falsi perché il Super Bowl è sacro un po’ per tutti, festa nazionale dello sport in tv e delle abbuffate di ali di pollo come il 4 luglio è la festa dell’Indipenden­za e della grigliata.

L’ex sindaco di New York Rudy Giuliani inveiva sul canale conservato­rissimo Fox News, applausi al candidato alle primarie repubblica­ne Mike Huckabee che aveva definito il rapper Jay-Z, marito di Beyoncé, «più pappone che gangster, ormai: fa prostituir­e la moglie come un oggetto sessuale». Tutta la destra contro «Queen Bey» (gioco di parole tra il suo nome e «queen bee» cioè ape regina), e soltanto Donald Trump che per distinguer­si come sempre Ha abbassato gli occhi sul foglio e con voce rotta ha iniziato a leggere. Un lungo elenco di messaggi. Non era un film. Ma alcune delle 70 lettere scritte dallo stalker che le sta rovinando la vita. Gwyneth Paltrow (foto), 43 anni, non è riuscita a trattenere le lacrime nella sua testimonia­nza al tribunale di Los Angeles nel processo contro Dante Michael Siou, 67 anni. «È durata per 17 anni: ho sempre avuto paura perché erano parole fuori da ogni logica» ha spiegato l’attrice california­na in aula. «Ho l’obiettivo di sposare Gwyneth Paltrow», «Sei persa, senza speranza», «Ora devi morire. Tu, così che Cristo possa avere la preminenza», sono alcuni dei folli twitta che lui lo show non l’ha guardato, «troppo noioso». Gli unici davvero felici, senza se e senza ma? I dipartimen­ti di Studi Afroameric­ani delle università, ai quali la cantante ha fornito materiale da analizzare per il prossimo anno accademico e oltre.

Da una parte è facile ironizzare sulla pasionaria del movimento «Black Lives Matter» (contro gli abusi di potere della polizia) che ha in banca 220 milioni di euro e si fa fotografar­e mentre versa champagne Al centro La performanc­e di Beyoncé (34 anni) nell’Halftime Show del Super Bowl 2016 al Levi’s Stadium, in California da 300 dollari a bottiglia in piscina (nel testo militante di «Formation» c’è anche un riferiment­o allegro, a Givenchy: marchio francese di lusso disegnato dall’amico Riccardo Tisci). Beyoncé non è leader politica, è un’artista: ma i produttori sapevano quale canzone aveva scelto — il singolo è già uscito, il video in tre giorni su YouTube aveva ieri sera totalizzat­o 17,5 milioni di clic — e non potevano non aver visto i costumi militari, gli anfibi delle ballerine, le coreografi­e durante le prove, il lavoro della stylist Marni Senofonte che cura con talento (e astuzia) l’immagine di Beyoncé e di Nicki Minaj.

La postilla? Degli stilisti canadesi Dean & Dan Caten di Dsquared2 che hanno realizzato la giacca militare di Beyoncé (omaggio a quella gallonata di Michael jackson al Super Bowl del 1993: il body era di Ashton Michael e le scarpe Louboutin): «Volevamo vestirla da guerriera perché con la sua truppa di donne conquistas­se il Super Bowl».

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